Merah, il talebano della porta accanto amante dei night club

Evaso dalle carceri afghane era schedato dall’Intelligence E in Francia ci sarebbero decine di cani sciolti come lui

Merah, il talebano della porta accanto amante dei night club

Un ex carrozziere, che voleva entrare nella Legione straniera ed invece ha abbracciato la guerra santa addestrandosi nei covi talebani in Pakistan. È questa la storia di Mohammed Merah, il killer di Tolosa, segnalato da tempo dall’antiterrorismo. Classe 1988, è un cittadino francese di origini algerine cresciuto in una famiglia con cinque figli. Amici e vicini di casa lo ricordano come un giovane tranquillo, amante del calcio, ma che non si era mai lasciato andare a comportamenti estremisti. Fin da minorenne il futuro killer ha avuto dei problemi con la giustizia per piccoli reati. Per 18 volte è stato segnalato alla polizia, ma al massimo si trattava di guida senza patente, un borseggio e qualche pugno. Un mese fa era stato condannato ad una pena minima per un vecchio incidente automobilistico. Il suo avvocato Christian Etelin lo ricorda come un ragazzo «discreto, gentile e cortese» e non riesce a spiegarsi la doppia personalità.
Merah lavorava come carrozziere e «non parlava mai di politica o religione». Un amico ha confidato di averlo visto una settimana fa in un night club, dove un buon jihadista non dovrebbe entrare. Nel 2008 si è presentato ad un centro di formazione dell'esercito a Lille, ma dove aver superato tutti i test è stato scartato per i suoi precedenti penali. Nel 2010 ha provato ad arruolarsi nella Legione straniera, ma dopo la prima notte si è volatilizzato.
Si sospetta che sia stato irretito dal radicalismo islamico durante uno dei soggiorni in carcere. O che la deriva verso la guerra santa sia stata favorita da uno dei fratelli, Abdelkader, arrestato ieri. Nella sua macchina la polizia ha trovato degli esplosivi. Certo è che Merah, dopo i mancati arruolamenti, ha viaggiato in Pakistan e Afghanistan nel 2010 e 2011. Sembrava fosse stato arrestato nel 2007 a Kandahar, la culla dei talebani, con l'accusa di aver confezionato ordigni esplosivi. Dal carcere afghano sarebbe fuggito grazie al famoso assalto suicida di un anno dopo che liberò oltre mille prigionieri. Le autorità afghane hanno parlato di «fermo» e non di arresto. I servizi segreti francesi, però, lo avevano messo nella lista di sospetti jihadisti proprio per i suoi viaggi più recenti fra Pakistan e Afghanistan. Merah sarebbe stato addestrato in Waziristan, dove cellule di Al Qaida si mescolano ai talebani locali. Due giorni fa Omar Khalid al Khurasani, uno dei comandanti più influenti di quelle zone, annunciava di voler mettere le mani «su un'arma nucleare per espandere il Califfato nel mondo intero».
Fin dal febbraio 2011 i servizi francesi avevano segnalato un centinaio di giovani europei nei campi di addestramento delle aree tribali pachistane. Quattordici erano francesi, compreso Merah. Non a caso il killer di Tolosa si definisce un mujaheddin di al Qaida che vendica i bimbi palestinesi uccisi a Gaza e la presenza delle truppe francesi in Afghanistan. In patria il terrorista in «sonno» avrebbe aderito ai Cavalieri dell'orgoglio musulmano (Forsane Alizza), un gruppetto di fanatici che si è distinto per avere attaccato un MacDonald, difeso il burqa anche in Francia ed incitato all'odio contro gli ebrei. In una chat in rete fra i membri del gruppo, che Merah frequentava, gli adepti avevano proposto di gettare dell'acido in faccia ad un politico svizzero critico dell'Islam o «ancora meglio sparargli un proiettile in testa».

Il loro leader, Mohamed Achamlane, era stato accusato di preparare i suoi uomini «alla lotta armata». Secondo gli esperti, in Francia si conterebbero «alcune decine» di lupi jihadisti che hanno soggiornato in Pakistan e Afghanistan come Mohammed.
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