L'ultimo mistero in arrivo dal Medio Oriente ha una trama da romanzo di cui non si conosce ancora il finale. Chi è e che cosa ha fatto il Prigioniero X detenuto in regime d'isolamento in Israele e morto suicida in cella nel 2010 senza che nessuno parlasse di lui?
Il più recente capitolo della storia ha inizio il 12 febbraio, quando la tv australiana Abc ha rivelato che il 15 dicembre 2010 nella sua cella d'isolamento in una prigione israeliana si sarebbe impiccato un cittadino australiano, ebreo, 34 anni, un tale Ben Zygier, probabilmente un agente del Mossad, i servizi segreti esterni israeliani. Il suo corpo è stato rimpatriato in segreto a Melbourne, dove una lapide in marmo nero nel cimitero ebraico ricorda che Ben Zygier era marito amato e padre di due figli.
A pochi minuti dall'emissione, i social media avevano già ripreso il caso. È allora che i direttori dei principali quotidiani e tv israeliani sono stati convocati d'emergenza dai vertici di governo e intelligence. La richiesta: non pubblicare informazioni sensibili per il Paese. La stampa israeliana è soggetta a una censura su temi di difesa e sicurezza interna. Le pressioni politiche e dei media, alcuni dei quali hanno comunque pubblicato la notizia, sono state tali da portare un tribunale il giorno dopo a sollevare parzialmente il bando che per due anni ha mantenuto segreto l'affare. Soltanto a giugno e a dicembre 2010, il sito del quotidiano Yedioth Ahronoth per pochissime ore aveva pubblicato informazioni sull'esistenza di un misterioso detenuto e sul suo suicidio.
Come per la Maschera di Ferro di Alexandre Dumas, nessun altro detenuto poteva vedere il Prigioniero X, rinchiuso nella sezione speciale del carcere Ayalon, non lontano da Tel Aviv, costruita in origine per Yigal Amir, assassino di Yitzhak Rabin. Perfino le guardie ignoravano il suo nome. Nel 2010 un blogger americano, il primo a parlare di lui, ipotizzò che si trattasse di un comandante delle Guardie rivoluzionarie iraniane, scomparso a Istanbul nel 2006. Secondo le ricostruzioni, il detenuto X sarebbe emigrato a 24 anni in Israele dove sarebbe stato reclutato dal Mossad proprio in virtù del suo passaporto straniero, che avrebbe poi utilizzato per missioni in Paesi in cui gli israeliani non possono viaggiare, come Iran e Libano. Zygier avrebbe richiesto alle autorità australiane documenti sotto nomi diversi: Ben Alon, Ben Allen, Benjamin Burrows. Israele, dopo i primi tentativi di coprire la vicenda, ha confermato l'esistenza e il suicidio di un prigioniero con doppia nazionalità, israeliana e australiana, seguito da tre avvocati. A sua volta l'Australia, che prima aveva detto di non sapere, ha dichiarato che la sua intelligence era al corrente del prigioniero.
La stampa internazionale si chiede ora se si sia realmente trattato di suicidio - la cella era costantemente sorvegliata - e si moltiplicano le teorie. È quasi impossibile non notare come il Prigioniero X sia stato arrestato pochi giorni dopo l'uccisione di un comandante militare di Hamas, Mahmoud Al Mabhou, in Dubai, a febbraio 2010. La polizia degli Emirati mise allo scoperto allora l'azione dei servizi israeliani, mostrando al mondo i passaporti usati dagli agenti: tedeschi, britannici e australiani, appunto. In quei giorni, l'intelligence australiana stava indagando su Zygier, forse proprio sull'uso poco ortodosso dei suoi documenti di viaggio. C'è chi si domanda ora se il Prigioniero X fosse colpevole di aver rivelato a Canberra l'utilizzo che il Mossad faceva dei suoi passaporti, o addirittura di aver collaborato con la polizia degli Emirati (che nega).
Per altri, raccontare all'Australia - alleato robusto d'Israele - quello che è già nei film di spionaggio, ovvero che le intelligence mondiali pasticciano con i passaporti, non è certo quel «crimine grave» che avrebbe aperto al Prigioniero X le porte dell'isolamento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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