New York Times contro la canonizzazione di Wojtyla: "Non fece nulla contro la pedofilia"

Il quotidiano Usa: "Ha distolto lo sguardo in un momento di crisi morale". Replica Navarro-Valls: "Non è vero, se ne fece carico"

New York Times contro la canonizzazione di Wojtyla: "Non fece nulla contro la pedofilia"

Mancano solo quattro giorni alla canonizzazione di Papa Wojtyla e dalle colonne del New York Times arriva un attacco frontale durissimo, senza precedenti, contro quello che da domenica sarà San Giovanni Paolo II. In un editoriale a firma Maureen Dowd - columnist di formazione cattolica - si sollevano forti dubbi sull'opportunità di elevare all'onore degli altari la figura del papa polacco. Sin dal titolo la posizione del Times è inequivocabile: "A Saint, He Ain't", un gioco di parole traducibile più o meno come "Un santo non lo era".

A Giovanni Paolo II viene rimproverato di non aver prestato la dovuta attenzione agli scandali a sfondo sessuale che scossero la Chiesa negli anni Novanta: "Sarà stato una figura rivoluzionaria nella storia della Chiesa, ma un uomo che ha distolto lo sguardo in un momento di crisi morale non può essere considerato un santo". E ancora: "La Chiesa offre il suo riconoscimento più importante a una persona che avrebbe potuto fermare questa macchia e invece non fece nulla."

Accuse gravissime, appena temperate dalle considerazioni positive sul ruolo che Wojtyla nella vittoria sul comunismo da un lato e nella censura degli eccessi del capitalismo dall'altro. Accuse che hanno provocato la risposta amareggiata del dottor Joaquin Navarro-Valls, medico spagnolo per anni addetto stampa della Santa Sede durante il Pontificato di Giovanni Paolo II.

"Wojtyla accolse la notizia degli abusi con grande dolore e partecipazione e sentendo il dovere di farsene carico, portando a Roma la competenza sui casi di abuso affinché non potessero esserci attenuanti ne insabbiamenti di nessun tipo - spiega Navarro-Valls - Fu lui che dieci anni fa volle riunire in Vaticano tutti i cardinali degli Stati Uniti, per affrontare nel modo più autorevole questo tema."

Più sfumato di quello del Times il commento del Washington Post, altro gigante della stampa a stelle e strisce: in un editoriale dal titolo, per la verità un po' provocatorio, "Abbiamo ancora bisogno di santi?", il gesuita James Martin presenta gli scetticismi di quanti, anche tra i cattolici, si chiedono se il culto dei santi e le relative cerimonie di canonizzazione abbiamo ancora senso nel XXI secolo.

Tuttavia nella conclusione dell'articolo Martin ammorbidisce la propria posizione e ammette che "in fondo, la domanda non è se abbiamo ancora bisogno di santi ma quale lezione possiamo imparare dai santi che Dio ci manda".

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