Nozze gay, sondaggio tra i cattolici Usa: il 54% dice sì

Intanto il 27 marzo la Corte Suprema sarà chiamata a valutare la costituzionalità della legge a difesa del matrimonio tra uomo e donna

Nozze gay, sondaggio tra i cattolici Usa: il 54% dice sì

Secondo un sondaggio dell'Università di Quinnipiac (Connecticut) negli ultimi mesi è cresciuta sensibilmente la percentuale di chi, tra i fedeli alla Chiesa Cattolica, avalla la possibilità per due persone dello stesso sesso di unirsi in matrimonio. I contrari sono il 38%. Beninteso, è sempre e solo un sondaggio, ma se il dato fosse reale, si tratterebbe di una svolta molto importante, oltre ad essere la cartina di tornasole di una cambiamento radicale in atto nell'opinione pubblica americana. Infatti, solamente cinque anni fa, nel 2008, secondo una rilevazione che prendeva in analisi tutta la popolazione degli States- e non solo quello di fede cattolica - i contrari erano il 55% e solo il 36% era a favore. Oggi il trend si è invertito. Inoltre, rimanendo in tema, il 62% di cattolici a stelle e striscie ritiene che si debba autorizzare il matrimonio dei sacerdoti. E sempre secondo lo studio, il 52% afferma che i vertici della Chiesa abbiano perso - non da adesso e non poco - il contatto con la vita moderna quotidiana, invocando un papa che sappia dare una sterzata.

L'ex inquilino della Casa Bianca Bill Clinton (dal 1993 al 2001) interviene in merito: "La mia legge sul matrimonio va rivista poiché i tempi sono cambiati: permettere il matrimonio solo tra uomo e donna è incostituzionale". E prosegue:"In qualità di presidente che emanò quella legge oggi dico che è contraria ai principi di libertà, giustizia e uguaglianza. Pertanto è incompatibile con la nostra Costituzione". Questo il contenuto del suo editoriale apparso oggi sul Washington post con il quale propone l'immediata revisione del "Defense of Marriage Act", la legge a difesa del matrimonio tra un uomo e una donna, ultimo ostacolo contro l’approvazione delle nozze gay.
Una svolta? Sembra proprio di sì.

Certo è che si tratta di un passo importante e incisivo a poche settimane dal giorno (27 marzo) in cui la Corte Suprema sarà chiamata a valutare proprio la costituzionalità di questo controverso provvedimento. Un gesto che dà più vigore alla battaglia di Barack Obama a favore dei diritti civili da assicurare, come promise all’Inauguration Day, "ai fratelli e alle sorelle gay".

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