Colto e ricco, a Roma un obamiano di ferro

Il nuovo ambasciatore Usa ama l'Italia e ha un resort in Toscana. Che ha fatto ritardare la nomina

Colto e ricco, a Roma un obamiano di ferro

Si può definire un bel signore il nuovo ambasciatore americano John Phillips. Porta la sua mezza età con eleganza sportiva, e ha una quantità di doti del nostro tempo, l'educazione e la laurea in legge californiana, cioè colta ma libertaria, poi completata dalla serietà composta di un grande studio a Washington, Phillips & Cohen da cui si è dimesso solo quest'anno per dedicarsi interamente alla nuova professione dopo un lavoro eccellente. Chi ci troveremo di fronte dunque a Villa Taverna dopo David Thorne, gioviale cognato di Kerry, impegnato ultimamente a sciogliere gli impicci creatigli dalle attività di spionaggio all'Ue che investono anche l'Italia, per la quale la ministra degli Esteri Emma Bonino pretende «chiarezza assoluta»? Innazitutto ci troveremo di fronte un obamiano a tutto tondo, in secondo luogo un innamorato dell'Italia quale non ne avevamo conosciuti prima. Per la prima caratteristica, due elementi la confermano: la moglie di Phillips è Linda Douglass, una signora che nell'entourage di Obama è più di una consigliera, come si definisce. È piuttosto una stratega fra le più importanti, e Obama, come si sa, ammette soltanto persone che siano in perfetta consonanza ideologica con le sue scelte e la sua forte ispirazione ideologica. Inoltre Phillips è uno dei maggiori fund raisers di Obama: per la sua campagna è riuscito a raccogliere fra i duecento e i cinquecentomila dollari. Ma è ormai una consuetudine per lui incaricare ai maggiori livelli della diplomazia americana i suoi sostenitori di vaglio, già una decina mandati a rappresentarlo per il mondo con alti incarichi dopo averne finanziato le campagne. Insieme a Phillips, infatti, è stato nominato ambasciatore per la Gran Bretagna Matthew Barzun, anche lui grande finanziatore (500mila dollari) e grande marito. Sua moglie Brooke è una donna importante, una miliardaria americana proprietaria della fabbrica di whiskey Jack Daniel.
Phillips adora l'Italia da tempo come spesso gli americani colti, tanto da aver acquistato un magnifico resort a cinque stelle a Finocchieto, vicino a Siena. Con i suoi cinque edifici e le sue 22 suite tutte ben restaurate, pare sia una meraviglia assoluta iscritta nella bibbia del lusso. Ma la cosa avrebbe creato qualche problema e un po' di ritardo alla nomina (è proibito avere interessi nella sede diplomatica di appartenenza) risolti, pare, affidando la dimora a una società.


Comunque, Phillips aveva tutte le caratteritiche perché Obama insistesse a superare ogni ostacolo: nel suo ruolo di avvocato di fama ha combattuto sul piano legislativo, con innovazioni e campagne, le frodi contro lo Stato, è stato una figura inventiva nel campo dei diritti umani e per l'ambiente, posto già da Clinton nella commissione di amicizia con la Casa Bianca di cui poi Obama l'ha fatto presidente, ha vinto il premio dell'Unione americana per le Liberta Civili del Sud California per la difesa dei poveri e dei diseredati. Gli porgiamo il benvenuto del Giornale. Non gli manca nulla per essere un ambasciatore e un obamiano perfetto. Vedremo in quale ruolo eccellerà maggiormente.

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