Le autorità australiane non hanno fatto in tempo a tirare un sospiro di sollievo per il salvataggio dei 52 passeggeri dell'»Akademik Shokalskij», rimasta intrappolata per dieci giorni tra i ghiacci dell'Antartide, che subito sono ricominciati i problemi. Ora, ad essere bloccata è la «Snow Dragon» («Drago delle Nevi»), la nave cinese ormeggiata nella zona dei soccorsi e da cui giovedì era partito l'elicottero che ha fatto la spola tra la nave russa e quella australiana, «Aurora Australis», per trasferire i passeggeri.
L'Autorità australiana per la sicurezza marittima (Amsa), ha annunciato in una nota che la «Snow Dragon» ha manifestato preoccupazioni circa la sua difficoltà di muoversi nello spesso strato di ghiaccio che la circonda. L'Amsa ha quindi allertato l'«Aurora Australis» affinché resti in zona, ma in acque aperte, come misura precauzionale. «La nave cinese ha avvisato l'Autorità - si legge ancora nel comunicato - che nelle prime ore di domani (oggi per chi legge)cercherà di manovrare attraverso il ghiaccio quando le condizioni della marea saranno più favorevoli». Non vi è alcun pericolo immediato per il personale a bordo della «Snow Dragon», ha aggiunto l'Amsa.
La piccola ma infinita odissea antartica era cominciata lo scorso 24 dicembre, quando la nave russa «Akademik Shokolskij», con a bordo 74 persone tra cui 52 ricercatori universitari e turisti, era rimasta incagliata tra i ghiacci a 180 miglia a nord delle coste antartiche di pertinenza australiana.
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