Crisi siriana

Obama: infiltrati della Cia sono già in Siria

Indiscrezione del New York Times sui piani della Casa Bianca

Obama: infiltrati della Cia sono già in Siria

Nel giorno del giallo sui due missili israeliani lanciati nel Mediterraneo orientale, Obama può segnare un punticino a suo favore: il sospirato via libera da parte del Congresso all'azione militare in Siria sembra ormai acquisito. Hanno detto sì sia il capogruppo della maggioranza repubblicana alla Camera Eric Cantor, sia il presidente repubblicano della Camera John Boehner sia la leader della minoranza democratica Nancy Pelosi. Tutti e tre, quasi con le stesse parole, hanno detto che non si può non rispondere all'uso di armi chimiche da parte del regime di Assad e che pertanto sosterranno la richiesta del presidente. Le ali estreme dei due partiti, che con motivazioni opposte dicono no ai raid, sono in minoranza.
Cominciano a filtrare informazioni su azioni americane in Siria diverse dai bombardamenti. Il New York Times riporta che Obama ha indicato ai leader del Congresso che le operazioni clandestine per armare e addestrare i ribelli siriani stanno cominciando a dare risultati: la prima cellula di 50 combattenti addestrati dalla Cia si sta infiltrando in Siria. Inoltre il senatore democratico Carl Levin, presidente della Commissione difesa, si è detto convito dopo aver incontrato Obama che gli Usa s'apprestano a dare «un più robusto sostegno all'opposizione siriana». Levin ha parlato fra l'altro di armi anti-carro: non utilizzabili - ha detto - «contro di noi»..
Gli alleati del regime di Damasco, intanto, sfornano proposte improbabili per evitare che il blitz targato Obama-Hollande abbia effettivamente luogo. L'Iran si dice addirittura disponibile a prendere in custodia l'arsenale chimico siriano per rassicurare gli occidentali che non sarà più usato: otto mesi fa, dice il ministro della Difesa Hossein Dehqan, avevamo avvertito gli americani dell'introduzione in Siria di gas nervini, ma non hanno fatto nulla e adesso pianificano un attacco che mira a rafforzare i nemici di Assad.
Da Parigi continuano a risuonare i più convinti squilli di trombe guerriere a sostegno del piano obamiano. François Hollande ha esortato gli europei a unirsi accennando tra l'altro a prossime riunioni fra i leader e i ministri degli Esteri durante le quali sarà affrontato l'argomento. Dopo le minacciose dichiarazioni di Assad al Figaro, ha detto il presidente francese, siamo ancora più determinati ad agire in Siria, ma non lo faremo da soli.

Hollande non esclude di chiedere un voto del Parlamento, ma solo dopo la votazione del Congresso americano.

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