New York - «Gli Stati Uniti sono e restano una nazione indispensabile» e chi suggerisce che l'America sia in declino «sta travisando la storia». A due anni dal termine del suo secondo mandato, il presidente americano Barack Obama è stato costretto dalla critiche in casa e all'estero a ridefinire la sua visione di politica estera e in un discorso davanti a mille nuovi cadetti all'Accademia militare di West Point ha tentato ieri di rilanciare una dottrina di interventismo, ma con il freno. Il discorso è stato anticipato dall'annuncio martedì che soldati americani resteranno in Afghanistan fino al 2016 e da rivelazioni della stampa - confermate dal presidente - su un progetto da cinque miliardi di dollari sul contro-terrorismo globale e un programma di addestramento dei ribelli siriani moderati per contrastare il regime di Bashar El Assad.
Le parole del presidente aprono quella che il Wall Street Journal ha definito «una campagna chiarificatrice» per arginare «la narrativa» che descrive la sua politica estera come «timida» e capace di «diluire l'influenza americana nel mondo». «Tradirei il mio dovere nei vostri confronti e il Paese che amiamo - ha detto dal podio Obama a un'ordinata platea di cadetti in alta uniforme - se vi mandassi verso il pericolo... solo perché sono preoccupato dalle critiche di chi pensa che l'intervento militare sia l'unico modo per l'America di non apparire debole».
Il 50% degli americani pensa che gli Stati Uniti «debbano farsi gli affari loro», racconta un sondaggio del Pew Research Center. Tuttavia, l'opposizione in casa e alcuni alleati all'estero, soprattutto in Medio Oriente, hanno sollevato preoccupazione per la gestione della politica estera da parte dell'Amministrazione Obama. Il presidente ha così preso in prestito ieri le parole dell'ex presidente e generale Dwight Eisenhower per rafforzare la sua convinzione che l'uso della forza debba restare limitato a minacce contro «interessi fondamentali»: «La guerra è la follia più tragica e stupida dell'umanità». Continueremo a usare la forza quando «i nostri cittadini sono minacciati, quando sono i gioco i mezzi di sussistenza, quando è in pericolo la sicurezza dei nostri alleati», ha spiegato difendendo anche l'utilizzo dei droni su alcuni fronti della guerra al terrorismo.
Con questo discorso si apre una settimana di viaggio e politica estera, in cui Obama sarà in Francia per il 70° anniversario dello sbarco in Normandia ma anche a Varsavia, dove parlerà per rassicurare gli alleati dell'Est Europa sul sostegno dell'America in funzione antirussa e dimostrare la forza della sua diplomazia: «La nostra capacità di dare forma all'opinione pubblica ha aiutato a isolare la Russia», ha spiegato da quello stesso palco in cui nel giugno 2002 il suo predecessore delineò la cosiddetta «dottrina Bush» e sostenne la necessità di azioni militari preventive. «La nostra guerra al terrorismo è appena iniziata», aveva detto allora George W. Bush.
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