Passo indietro di Barak Il governo israeliano perde il ministro eroe

Il soldato più decorato dello Stato ebraico lascia la Difesa e la politica: ma non è la prima volta

Il ministro della Difesa Ehud Barak
Il ministro della Difesa Ehud Barak

Tel Aviv - A sorpresa, Ehud Barak ha annunciato il suo ritiro dalla vita politica. Il ministro della Difesa israeliano ha indetto un'inattesa conferenza stampa: «Voglio dedicare più tempo alla mia famiglia», «Voglio studiare, scrivere, vivere, godermi la vita», ha detto.
È l'ultima sorpresa del comandante Barak, militare e politico che ha sempre amato agire creando stupore sia sul campo di battaglia sia nell'arena politica. «Ehud Barak resta un enigma per i commentatori politici proprio per questa sua capacità di fare mosse inaspettate», spiega Sefi Hendler, giornalista di Haaretz, ricordando quando il soldato più decorato dell'esercito israeliano si travestì da donna per portare a termine una missione segreta in Libano nel 1973. Barak ha anche un passato da politico imprevedibile: nel 2009 ha trascinato la sinistra laburista nel governo di destra di Benjamin Netanyahu. Nel 2011 ha lasciato il Labour formando un piccolo movimento - «Indipendenza» - per rimanere nell'esecutivo. «La sua politica della sorpresa è entrata in funzione anche ieri», spiega Hendler. Giornali e siti israeliani prevedevano che il ministro avrebbe presentato una nuova alleanza al centro, assieme all'ex responsabile agli Esteri, Tzipi Livni, che nelle prossime ore potrebbe formare un movimento politico. Così non è stato. Le elezioni parlamentari sono il 22 gennaio. Il premier Netanyahu, in ticket con il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman, è il favorito nei sondaggi.
Ehud Barak ha servito 36 anni nell'esercito, molti nelle forze speciali. È stato capo di Stato maggiore, ministro dell'Interno, degli Esteri, leader laburista, premier. Nonostante una carriera militare quasi leggendaria e una vita politica sempre in primo piano, i sondaggi raccontano che il suo movimento alle elezioni rischia di ottenere pochissimi voti. In seguito all'operazione Pilastro di Difesa su Gaza, la settimana scorsa, Barak avrebbe recuperato qualche punto. Per molti analisti, però, il passo indietro servirebbe anche a evitargli un imbarazzo politico non desiderato.
Non è la prima volta che Barak si ritira dalla politica. Lo ha fatto già nel 2001, dopo che Ariel Sharon gli strappò al voto la premiership. Oggi, in molti pensano che quello di ieri non sia per forza un addio. E il ministro ha tenuto socchiusa la porta: «Finché il mio consiglio è richiesto - ha detto - sarò disponsibile». «Barak potrebbe tornare in politica prima d'aver finito di dire arrivederci», titolava ieri il sito del quotidiano Haaretz. In Israele non è necessario essere deputato per diventare ministro. Netanyahu potrebbe ancora richiamarlo. Secondo Ephraim Inbar, direttore del Begin-Sadat Center for Strategic Studies dell'università israeliana Bar-Ilan, il Likud di Netanyahu però non vorrebbe più Barak: troppo poco «amichevole» con gli abitanti degli insediamenti, importante elettorato della coalizione di ultra destra del premier, e ultimamente anche poco in sintonia con il primo ministro. Dopo mesi di forte intesa sul dossier nucleare iraniano, infatti, i giornali israeliani hanno riportato importanti differenze sulla questione tra i due durante l'estate. Barak ha perso anche amici a sinistra e per ora, dice Inbar, «è senza una buona opzione al centro».

Per questo avrebbe fatto un passo indietro. Intanto, la poltrona della Difesa a gennaio sarà libera: a scaldarsi, secondo gli esperti, ci sarebbero il ministro degli Esteri Lieberman e il vicepremier Moshe Yaalon.
Twitter: @rollascolari

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