Eccola la giornata di veglia e di digiuno invocata da Papa Francesco per la pace in Siria. Senza barriere, tutti uniti, al di là del credo religioso. Le adesioni sono piovute da ogni dove e molti, qui da noi, non hanno resistito all'opportunità di trasformare l'invito alla preghiera del Pontefice in una sorta di passerella, di tappeto rosso. Della serie «Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo?» di morettiana memoria.
Qualche politico polemizza con i colleghi, altri sembrano aderire senza troppa convinzione. Eppure ci sono, in prima linea, come del resto tantissimi altri: ministri, attori, sportivi, fedeli di mezzo mondo, membri di associazioni e movimenti cattolici, di ordini religiosi. Tutti pronti ad accogliere l'invito della Chiesa a vivere con intensità questo giorno. Ognuno a modo suo, certo. Il ministro degli Esteri Emma Bonino lo fa da laica quale è perché la non violenza, dice, è nel suo dna. Da segnalare l'adesione del ministro della Difesa Mario Mauro, che pur stando al governo, e in prima fila, si accoda a Papa Bergoglio e al suo tentativo di arrivare con la preghiera dove la diplomazia mondiale sta fallendo. E anche per questo, bersaglio su Twitter delle ire del deputato di Sel Erasmo Palazzotto: «L'ipocrisia del ministro Mauro: digiuna per la pace e si arma per la guerra».
In mancanza d'altro, anche questa è politica. Un modo dal quale si dissocia Paolo Ferrero, di Prc, che pur condividendo le posizioni del Papa non si unisce al gregge di chi digiuna: «Troppi sono i sepolcri imbiancati che stanno partecipando al digiuno senza aver fatto quanto in loro potere per fermare la guerra. Mi riferisco ai ministri che digiunano parlando di pace mentre Letta sottoscrive i documenti degli Usa che promuovono l'aggressione».
E il presidente del Consiglio Enrico Letta? Se ha aderito lo ha fatto a titolo personale e se l'è tenuto per sé e ieri, mentre a Roma era in corso la veglia a San Pietro, se n'è andato a messa a Cernobbio, dove si trovava per un workshop. Tra i ministri accodati ci sono anche quello dei Trasporti, Maurizio Lupi, quello per la Pubblica amministrazione, Gianpiero D'Alia, e dell'Integrazione, Cecile Kyenge, che scrive su Twitter di digiunare «per contribuire a costruire una pace oltre i confini e le frontiere». Pier Ferdinando Casini a San Pietro va con una delegazione di parlamentari, come scrive su Facebook.
Il sindaco di Roma Ignazio Marino arriva come sempre in bicicletta. Sul web annuncia la sua partecipazione alla veglia anche il presidente della Camera Laura Boldrini. Romano Prodi dice di vivere il monito del Pontefice come «occasione di meditazione e di impegno personale». A stomaco vuoto anche lui come i deputati Enrico Gasbarra (Pd), Edoardo Patriarca (Pd), Mario Marazziti (Scelta civica), Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia), il senatore Andrea Oliviero (Scelta civica), il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e della Regione Campania, Stefano Caldoro.
Nell'elenco anche il neo-senatore a vita Renzo Piano. Lui è laico, ma al digiuno invocato dal Papa non rinuncia perché racconta di averla conosciuta la guerra, aveva due anni quando è scoppiata, e dunque il pacifismo ce l'ha dentro. Sul tappeto rosso per la pace sfila anche il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, augurandosi che «Obama non commetta gli errori di Bush».
Non rinunciano a segnalare la loro presenza tra i supporter di Papa Francesco anche sportivi come la campionessa del nuoto azzurro Federica Pellegrini, che via Twitter ci aggiorna sul suo digiuno, e il ct della nazionale di calcio Cesare Prandelli. Molte le adesioni arrivate dal mondo dello spettacolo: Gianni Morandi, Claudia Mori, Adriano Celentano, Flavio Insinna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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