La prima posa del royal baby Ma i royal dog rubano la scena

La prima posa del royal baby Ma i royal dog rubano la scena

Un banale quanto macroscopico errore da principiante. La prima delle due foto ufficiali del principe George Alexander Louis scivola sulla più elementare regola della fotografia: scattare col sole alle spalle.

Ma i volti di Kate e William nell'ombra - addirittura il cocker spaniel nero persino più evidente del neonato erede al trono - dimostrano che il duca e la duchessa di Cambridge stanno accelerando sull'«operazione normalità». Non solo la decisione - così dicono - di affidarsi a nonna Carole, la madre di Kate, invece che a una tata professionista alla vigilia e dopo il parto, non solo la scelta di abbandonare servitù e autisti e lasciare a William l'orgoglio borghese di piazzare il seggiolino e guidare l'auto che ha poi portato moglie e primogenito fuori dal St Mary's Hospital, all'indomani del fatidico 22 luglio.

La famiglia reale sembra avere archiviato anche un'altra tradizione: la prima immagine ufficiale del principe George, nel giardino della villa da quasi 6 milioni di euro che la famiglia Middleton possiede nel Berkshire, è stata scattata a inizio agosto da nonno Michael, ex pilota convertito alla vendita (miliardaria) di gadget per feste di compleanno, dotato di scarse nozioni di fotografia ma fornito certamente di ottime nozioni di marketing. Fonti vicine alla coppia riferiscono che William e Kate abbiano preferito nonno Middleton a un fotografo professionista per «non far scoppiare la bolla della famiglia felice» in cui erano immersi dopo il lieto evento. Per evitare noiose intrusioni, insomma. Col risultato - evidentemente previsto - di mettersi alle spalle decenni di pose studiate che oggi hanno il gusto amaro dello stantio (vedi Carlo e Diana).

L'effetto finale, tecnicismo a parte, è il plauso di molti - «quegli scatti sono una ventata di freschezza, il segno di un approccio giovane», dice la star della fotografia british, Brian Aris - e i sospetti dei più critici (o i più maligni?), in testa gli anti-monarchici del Guardian, secondo cui affidarsi al suocero invece che a una delle tante star a disposizione della Casa reale «è pura vanità», l'ipocrita rappresentazione degli aristocratici che vogliono giocare al gioco della middle class, «autentici quanto come Maria Antonietta vestita da pastorella».

In realtà i neogenitori sembrano sgomitare con sincera ostinazione per ritagliarsi la loro dorata «normalità». William dichiara fiero alla Cnn di aver «cambiato il primo pannolino» al piccolo George, un «monello», e ammette di «non vedere l'ora di tornare al lavoro» per poter dormire un po' di più. Poi difende il gesto che ha stupito molti: «Catherine, Harry e io siamo tutti cresciuti in modo diverso dalle altre generazioni (...). Ho ritenuto che portare in macchina mio figlio e mia moglie dall'ospedale fosse qualcosa di importante per me. E dato che non mi piace il clamore, ho pensato fosse più semplice farlo da me». Il neo-papà William, il più vicino e simile a mamma Diana, conosce bene la trappola del palazzo incantato nel quale è rimasta invischiata «Lady D» e anche la neo-mamma Kate sa bene che il gioco reale è divertente se ci sono margini per condurlo.

Così i due scelgono il primo scatto ufficiale del principe George per difendere la loro regale normalità. E per mettere un pizzico di personale nell'ufficiale, cani compresi, come nella migliore tradizione della Casa Bianca. Mentre la first lady americana Michelle annunciava via Twitter l'arrivo di Sunny, la nuova inquilina a quattro zampe, William e Kate presentavano al mondo Tilly - il golden retriever a cui l'imbranato nonno Michael ha tagliato il muso relegandolo all'angolo sinistro della foto ufficiale - e il cocker Lupo, rigoroso nome italiano, come italiano (biellese) è il tessuto della coperta che avvolge il principino.

Attenzione, però, a sprofondare nella rete della spontaneità. Da qualche tempo William ha smesso di chiamare la moglie col nome «Kate» e parla di lei solo come «Catherine». Il modo più regale per riferirsi alla futura regina.

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