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Premiata ditta Windsor, la favola continua

Tutto ciò che è royal diventa un fatto storico se made in England

Premiata ditta Windsor, la favola continua

Terry Hutt sventola la bandiera e ringrazia la madre patria. Dopo due settimane può lasciare la panchina in Praed street, occupata di giorno e di notte, come sapeva fare in trincea, durante la seconda guerra, stavolta in attesa del nobile bambino. A settantotto anni mister Hutt ha reso servizio ai Windsor, come lui altri mille accampati, con bebè al seguito. È nato il royal baby, il lungo marciapiede di Praed street, di fronte a Lindo Wing, si svuota di scale in alluminio, ombrelloni, cesti da pic nic, valigie e scatoloni in metallo, repertorio da Brico center, emporio di oggetti per la casa in verità, arnesi che fotografi e cameramen di ogni dove, dalla Cina alle isole Far Oer, avevano messo in piedi per scalare i centimetri e superare teste o passaggi di vetture e bus, resistere al caldo imprevisto, rifocillarsi e riprendere le immagini della coppia con in braccio l'erede, sul marciapiede di fronte. Tutto ciò che è royal diventa un fatto storico se made in England. I Windsor vanno presi in gruppo di un interno, con uso esterno, datati e buffi, invidiati, copiati, esemplari esclusivi. È nato, dunque: William è daddy, Kate Middleton è mum, Charles grandfather. È il Regno, Unito davvero, è la favola di una casa, quella dei Windsor, che resiste al logorio della vita moderna, non c'è spread che tenga, l'Inghilterra sente la crisi ma tiene duro sulla propria moneta, sui cabs, sul red bus, sulla guida a destra, su Elton John con la peritonite, su Gascoigne ubriaco molesto e sul teatro di Buckingham, con la sua compagnia unica al mondo.

Il mondo dei «chissenefrega» volge di nascosto lo sguardo all'isola dei principi, di regine, principesse, matrimoni in carrozza, divorzi, tradimenti, corna, morti tragiche, il repertorio di due secoli offerto dalla premiata ditta Windsor & C. Kate Middleton è l'ultima ad essere entrata in scena ma è già diventata l'attrice protagonista. Ha preso il centro del palcoscenico per la propria bellezza non plateale o esibita come quella della Pippa sister, passata alla cronache per il lato B. Il popolo rivede in lei Diana, lady e principessa delle favole, tragicamente strappata alla vita sua e al sogno di tutti. Kate ha protetto la propria maternità, con discrezione, negli abiti, nella postura. Il royal baby ha avuto una storia ancora prima di nascere, misterioso il sesso, misterioso dunque il nome all'anagrafe, sicuro soltanto il titolo che l'accompagna già in culla: sua altezza reale principe di Cambridge, terzo in scala dinastica per il trono. Così sta scritto sul foglio protocollo trasmesso a Buckingham dal Lindo Wing, a bordo di autovettura con scorta. Ha provveduto alla bisogna, previo telefonata, Jamie Lowther Pinkerton, di anni cinquantatre, segretario personale di William, Harry e di Kate, dopo esserlo stato della regina madre e della stessa Elisabetta. Il pupo si è fatto attendere come un treno in stazione, l'orario previsto era quello del tredici di luglio, secondo calcoli sbagliati.

La duchessa di Cornovaglia, in arte Camilla Parker Bowles, consorte di Carlo, aveva provato a fare la maga: «La nascita avverrà alla fine della settimana»: smentita la nonnastra, allibratori in crisi nervosa, perdita di 200mila sterline. Kate Middleton Windsor è stata accudita da Marcus Setchell, di anni settanta, per diciotto di questi, dal 1990 al 2008, ginecologo personale di Elisabetta regina. L'ultimo arrivato tra i Windsor nulla sa ancora di quello che lo attende e di quello che lo circonda. Quarantuno colpi di cannone ne hanno salutato la nascita. Tra qualche anno sarà a capo di sedici Paesi. Per il momento, mangia, dorme, frigna e riempie pannolini. Elisabetta può partire per Balmoral.

Dio ha salvato lei e le sue holidays.

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