Non è una «tragedia», piuttosto un fastidioso «incidente di percorso». Ecco perché a Wall Street non è ancora scattato l'allarme per il sequester, ossia i tagli automatici da 85 miliardi di dollari al bilancio Usa per il 2013 visto il mancato accordo sul budget federale tra Democratici e Repubblicani.
«L'economia americana, sia a livello delle aziende che dello Stato, è preparata ad affrontare il sequester», ha commentato Standard & Poor's affermando che «entro il secondo trimestre è molto probabile che si arrivi a un vero budget con tagli di spesa e aumento di tasse». Solo se non si arrivasse a un'intesa, la crescita del pil statunitese potrebbe «scivolare al 2% dal 2,7% previsto».
Eccesso di confidenza? Spavalderia a stelle e strisce? No. Le Borse e gli operatori di mercato guardano ai numeri e fin quando le cifre in gioco saranno tali da non creare traumi alla principale economia globale, nessuno si straccerà le vesti. Innanzitutto, gli 85 miliardi di tagli per il 2013 andranno a impattare su un'economia che vale circa 16mila miliardi di dollari di prodotto interno lordo. Il prospettato taglio dello 0,5% delle stime di crescita del pil minacciato dal Fondo monetario internazionale, altro non è che una matematica trasposizione di quegli 85 miliardi sul complesso della produzione Usa.
I mercati non sono stati pervasi dal panico. Venerdì il Dow Jones ha chiuso in rialzo dello 0,25% toccando il livello più alto dal 2007 (cioè prima della cruisi) eppure il sequester dispiega i suoi effetti proprio a partire da questo fine settimana. Della segregazione del bilancio si sapeva sin dalla fine dell'anno scorso quando l'accordo sul fiscal cliff fu trovato in zona Cesarini scegliendo di non scegliere. In questi due mesi il Dow Jones e gli altri principali indici di Borsa americani hanno guadagnato il 7,5% circa. A febbraio il Dollar Index, l'indice che misure la forza del dollaro su altre sei valute (euro incluso) ha guadagnato il 3,5 per cento. «Pensiamo che la crescita continuerà - spiega Bill Schulz, capo degli investimenti di McQueen Ball - e che la gente non smetterà di spendere a causa del sequester».
Il capoeconomista di Bank of New York, Richard Hoey, ha confermato che «il 2013 resterà per gli Stati Uniti un anno di espansione». Certo, saranno tagliati i voli di addestramento per i Marines e i forestali di Yosemite Park lavoreranno meno.
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