«Michele si sentiva e resta un operatore di pace. Pattugliava le strade e distribuiva cibo alla povera gente, difendeva i quartieri dallattacco di terroristi, accogliendo i bambini nei fortini; fermava i trafficanti di armi e ripristinava acquedotti distrutti dalla guerra, convinto che la pace si costruisce persino con un pezzo di pane e una scuola che riapre». Così nella sua omelia, lordinario militare monsignor Vincenzo Pelvi, che ha officiato la cerimonia, ha ricordato il sergente Michele Silvestri, ucciso sabato scorso in Afghanistan, cinquantesimo italiano a morire sul duro fronte asiatico di lotta al terrorismo, durante il suo funerale nella basilica di Santa Maria degli Angeli. E ha ricordato anche il lavoro dei commilitoni impegnati in terre lontane e pericolose: «I nostri soldati sono un po speciali perché portano con sé quel bagaglio di umanità e di fede che contraddistingue da sempre i militari italiani impegnati in missioni di sicurezza nel mondo».
Il feretro giunto a piazza della Repubblica è stato accompagnato a passo lento verso la navata centrale della basilica, sulle note della marcia funebre «In pace per la pace» suonata dalla banda dellesercito. Sul tricolore, che abbraccia la salma del soldato morto in Afghanistan, il cappello con le tre spille in ricordo delle tre missioni che Silvestri ha svolto nella sua carriera militare: Kosovo, Iraq e Afghanistan.
Nel corso dei funerali solenni, a cui erano presenti in rappresentanza del governo il ministro e il vice ministro del Lavoro, Elsa Fornero e Michel Martone, il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, si è avvicinato e ha confortato i familiari del militare ucciso in Afghanistan, la mamma Teresa, il papà Antonio, la moglie Nunzia Carannante e la sorella e il fratello Anna e Fortunato, tutti evidentemente provati dalla tragedia subita. È rimasto a casa il figlio del sergente ucciso, il piccolo Antonio di 8 anni. La salma del sergente maggiore, al termine delle esequie di Stato e dopo aver ricevuto gli onori militari ha lasciato Roma per dirigersi verso Monte di Procida, dove si svolgeranno oggi i funerali in forma privata.
Il tutto mentre in Afghanistan si continua a morire: un soldato della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto controllo Nato) è stato ucciso da «un presunto membro» della polizia afghana nellest del Paese.
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