"Rilasciata Rossella Urru" Ma non ci sono conferme: il mistero sulla liberazione

Ieri mattina la notizia del rilascio è stata poi smentita dalla Farnesina. In corso ci sarebbe uno scambio di ostaggi. Da quattro mesi è nelle mani dei tagliagole islamici

"Rilasciata Rossella Urru" Ma non ci sono conferme: il mistero sulla liberazione

Prima esplode la notizia tanto attesa: Rossella Urru è libera, dopo quattro mesi nella mani dei tagliagole islamici del Sahara. Poi la doccia fredda dell’unità di crisi della Farnesina, che non conferma. In mezzo uno scambio di prigionieri con la costellazione di Al Qaida del Maghreb, che rilanciata da al Jazeera scatena una valanga di reazioni esultanti dei politici italiani. Alla fine un’ulteriore soffiata che rivela come i sequestratori vogliano 30 milioni di euro per liberare l’italiana rapita il 22 ottobre in Algeria assieme ad altri due cooperanti spagnoli. E ancora l’agenzia di stampa Adn Kronos che ieri sera confermava la liberazione della cooperante citando «fonti investigative qualificate».
Un gioco al massacro che ha fatto sprofondare nell’angoscia la famiglia dell’ostaggio. Il giallo della liberazione di Rossella è iniziato con poche righe di un giornale mauritano su internet, Sahara media. Alle 10 del mattino lanciava la notizia che la cooperante italiana fosse stata liberata assieme ad Ely Ould Moktar, un ufficiale di polizia prigioniero dei terroristi di al Qaida nel Maghreb. La notizia è stata ripresa dalla tv satellitare araba al Jazeera, che ha specificato come il rilascio sia avvenuto in Mali già venerdì. Non si esclude, se la notizia fosse vera, che sia trapelata troppo presto. In realtà c’è stato uno scambio di prigionieri, che magari è ancora in corso. Il gendarme in ostaggio sembra che sia stato liberato in cambio di Abderrahmane Ould Amadou al-Azawad. Quest’ultimo è un commerciante salafita del Mali accusato di essere il mandante del rapimento dei coniugi italiani Cicala, una coppia sequestrata dai terroristi in Mauritania nel 2009. Mali e Mauritania in passato hanno rilasciato alcuni «talebani» prigionieri per risolvere dei casi di rapimenti. Potrebbe essere la pista giusta per liberare Rossella, ma al momento di andare in stampa non c’era alcuna conferma ufficiale. Secondo l’agenzia stampa di Nouakchott, capitale della Mauritania, le trattative prevedono la liberazione di un secondo detenuto in cambio di Rossella. Si tratta di Mohammed Ould Sidi Mohammed, terrorista di al Qaida arrestato nel novembre del 2011 dopo un fallito attacco con un’autobomba a Nouakchott.
In mezzo a questa delicata partita a sud del Sahara in Italia già si cantava vittoria, a cominciare dai politici. E non solo: Fiorello, che con altri artisti aveva chiesto a gran voce, anche dal palco di Sanremo la liberazione della cooperante ha inviato via Twitter un «hip hip urruuuuuù!». La stessa questura di Oristano inizialmente confermava la liberazione, per poi smentirla. A Samugheo, dove vivono i familiari, era già cominciata la festa, ma con il passare delle ore l’unità di crisi della Farnesina non confermava. Dalla gioia si è passati all’angoscia. «Stamattina pensavamo di poter festeggiare la liberazione di Rossella e invece ancora non abbiamo nessuna certezza» ha dichiarato ieri Mario Sulis, zio della cooperante sarda. Ad un certo punto è arrivata la doccia fredda dell’agenzia France presse. Una fonte vicina ai mediatori rivela che i rapitori di Rossella e dei due cooperanti spagnoli «hanno chiesto 30 milioni di euro per la liberazione degli ostaggi ed i rispettivi paesi lo sanno».
Non significa che tutto è perduto. Rossella potrebbe venir anche liberata nelle prossime ore, o essere già in mani sicure italiane, come ha annunciato l’Adn Kronos alle 18.32 di ieri, seppure con il condizionale. Però anticipare una speranza può fare il gioco dei rapitori o rilevarsi dannoso e pericoloso. I tre cooperanti europei sono stati rapiti nel sud dell’Algeria dal Movimento Monoteista per il Jihad in Africa occidentale, gruppo scissionista di al Qaida nel Maghreb.

Terroristi che proprio ieri hanno rivendicato un attentato kamikaze con 10 morti e 24 feriti. Uno dei tre capi degli scissionisti, il più carismatico, si chiama Hamada Ould Mohammed al Khairy e ha definito le raffiche di mitra una «musica» per i suoi poemi inneggianti alla guerra santa.

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