"Rispetteremo il voto in Ucraina"

Putin in vena di promesse: pronto anche a ritirare le truppe. Le sanzioni? "Boomerang per chi le impone"

"Rispetteremo il voto in Ucraina"

Il presidente russo Vladimir Putin ha promesso di «rispettare la scelta del popolo ucraino» nelle elezioni presidenziali di domani. L'Est del paese, però, è in preda alla guerra civile ed il candidato favorito, Petro Poroshenko, non riuscirà facilmente a migliorare i rapporti con Mosca.

Al Forum economico internazionale di San Pietroburgo il nuovo Zar ha toccato i temi più caldi. Sul voto ucraino ha parlato di «un primo passo nella direzione giusta», anche se le elezioni, secondo Putin, «non rispettano tutte le garanzie internazionali». Il presidente russo ha parlato di blindati per le strade e giornalisti russi arrestati riferendosi alla grave crisi nell'Est del paese dove continuano gli scontri a fuoco fra le forze di Kiev ed i separatisti che guardano a Mosca. Putin ha comunque annunciato di voler collaborare con il nuovo presidente ucraino.

Poroshenko, l'oligarca conosciuto come il «re» della cioccolata, non dovrebbe avere rivali. La sfidante più insidiosa, la discussa eroina Yulia Timoshenko, non supera nei sondaggi il 15% dei voti. Il problema sarà il ricorso alle urne nelle regioni di Donetsk e Lugansk che hanno scelto la secessione con un referendum non riconosciuto dalla comunità internazionale. Ben pochi seggi riusciranno ad aprire i battenti in quest'area. Il voto è reso ancora più incerto dagli scontri armati che hanno provocato nelle ultime 48 ore oltre 20 morti. Si calcola che almeno 2 milioni di persone nell'Est non andranno alle urne sui 35 dell'Ucraina. Il risultato sarà comunque valido, ma se la mancata affluenza risultasse più estesa il nuovo presidente sarà un'anatra zoppa. Il favorito Poroshenko ha bollato la Nuova Russia, la repubblica che i separatisti vorrebbero fondare nel sud est del paese, come «un mito inventato dal Cremlino». Però ha promesso uno statuto speciale per la lingua russa, maggiore autonomia alle regioni ribelli e la normalizzazione delle relazioni con Mosca entro tre mesi.

Putin ha chiesto da San Pietroburgo di «fermare le operazioni militari» nell'Est dopo le presidenziali. In cambio sarebbe pronto a ritirare le truppe russe al confine, ma proprio domenica si svolgeranno esercitazioni aeree ad un passo dai cieli ucraini.

Il presidente russo ha confermato il maggiore timore di Mosca: «Domani l'Ucraina può entrare nella Nato e il giorno successivo potrebbero essere dispiegate parti dello scudo anti-missile statunitense». Davanti agli imprenditori di mezzo mondo compresi molti italiani Putin ha detto chiaro che le sanzioni lanciate contro la Russia ed i suoi fedelissimi «sono uno strumento di pressione politica, ma provocano un effetto boomerang e alla fine danneggeranno gli affari e le economie dei Paesi che le hanno avviate». Poi ha scatenato una risata in sala con una frase ironica su Ed Snowden, la talpa del Datagate americano rifugiato in Russia. «Si è scoperto che nessuno se lo prendeva.

Loro (gli americani) avevano spaventato tutti, mentre lui (Snowden) era rimasto intrappolato nella zona di transito (dell'aeroporto di Mosca nda) - ha spiegato Putin - E cosa potevamo fare? La Russia non è un paese che butta fuori i difensori dei diritti umani».

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