Con un colpo di spugna, la Corte Suprema del Canada ha cancellato tre leggi penali sulla prostituzione, che vietano tra l'altro i bordelli e l'adescamento di clienti in strada, definendole incostituzionali, inopportune e pericolose per l'incolumità delle lavoratrici del sesso. Con un voto all'unanimità, i 9 giudici della Corte hanno stabilito che, dal momento che la prostituzione è di per sè legale (mentre è illegale vivere con i proventi della stessa) le tre leggi in questione rendono troppo difficili per le donne lavorare nel mercato del sesso in condizioni di sicurezza adeguate. Allo stesso tempo, hanno stabilito che la loro decisione debba essere sospesa per un anno, in modo che il Parlamento, se deciderà di farlo, potrà individuare un nuovo approccio che rifletta elementi diversi dall'attuale normativa. Se nei prossimi 12 mesi non saranno state varate nuove disposizioni, le lucciole saranno quindi libere di lavorare in case di appuntamenti, di assumere guardie del corpo o autisti e anche di farsi liberamente pubblicità.
La sfida sulla costituzionalità di queste tre leggi, che oggi sono state bocciate, era stata lanciata da una prostituta e da due sue ex colleghe che si erano rivolte al un tribunale dell'Ontario e che ieri hanno gioito per la decisione della Corte Canadese.Sì della Corte per riaprire le case chiuse
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