Parigi - François Hollande prende tutto, «l’ex» Ségolène Royal resta a bocca asciutta. Il secondo turno di elezioni «politiche» è sembrato a molti - come conferma l’astensione record - un affare di famiglia. Finito bene per i socialisti francesi (maggioranza assoluta, con Royal che resta fuori dal Parlamento), bene per il Front National ( Marine Le Pen fuori gioco e Marion, nipote 22enne, eletta in Assemblea nazionale) e piuttosto malamente per l’Ump (a conferma che il partito post Sarkozy deve ricominciare da zero), il voto è l’epilogo di un intreccio politico-amoroso finito sotto i riflettori del mondo. Il presidente ha vinto tutto e la «ex» ha mancato l’obiettivo a La Rochelle dove è stata battuta dal dissidente socialista Olivier Folarni, segnando forse la fine della sua parabola politica, che nel 2007 l’aveva vista perfino candidata alle presidenziali.
Il tratto di queste legislative è stato molto femminile. E infatti in Parlamento entrano 108 donne, un record.
Anche nella destra, le donne sono state protagoniste più degli uomini. La Quinta Repubblica non ha mai avuto un premier o presidente donna. Inveceildibattito, perfino la propaganda, è stata costruita quasi interamente attorno alle «candidate», con i maschietti più defilati ad assistere ad alcune sfide chiave. Hollande ha incrociato le dita: en plein riuscito. Ma entusiasmo ridimensionato dal clima pesante che si era creato attorno all’Eliseo a partire da questa settimana, con i commentatori tv e gli editorialisti «amici » a mettere in dubbio la capacità di gestire la carica più alta dello Stato. Perfino un settimanale più vicino ai socialisti che non alla destra, il NouvelObs , aveva scritto alla vigilia: «Se il presidente non è riuscito a rimettere un po’ d'ordine nella circoscrizione rochellese, possiamo legittimamente interrogarci sulla sua autorità al vertice dello Stato». Hollande ha vinto e Ségo è caduta. Non lascerà la politica ed ha già pronta la vendetta da consumare al prossimo congresso, dove darà battaglia al candidato di Hollande sponsorizzando un quadro del partito: «Vecchi apparati della destra e della sinistra non potevano accettare che dirigessi l’Assemblea», ha detto accusando la politica francese di essere «maschilista».
Pure i partiti ieri seguivano meno le percentualinazionali (che significano poco) in favore delle «quote rosa». La mancata elezione di Ségolène si è infatti trasformata in un dato politico per i socialisti più del numero di seggi ottenuti complessivamente dal Ps: 291, maggioranza assoluta. «Ho condotto una campagna leale con il senso dell' onore», commenta Royal. «La mia sconfitta è stata frutto di tradimento politico», dice a urne ancora aperte da un predellino a La Rochelle, spiegando che la «pagheranno». Accanto a lei il sindaco socialista che, anziché festeggiare il successo nazionale, mostra un volto quasi da funerale. Eppure il Ps haottenutoquellochevoleva. Specie Hollande. E naturalmente anche Valérie Trierweiler, la compagna attuale, un’altra donna. Aveva messo in imbarazzo l’Eliseo a cinque giorni dal voto, e in difficoltà Ségolène con il suo tweet al veleno in sostegno dell’avversario locale. Valérie ha contribuito ad alimentare il dibattito sul ruolo delle donne in un’elezione tinta di rosa. Nonostante Ségo dica che nella sconfitta ha pesato il tweet di Valérie, il risultato sembra però frutto di una personale defaillance: candidata in una cittadina turistica della regione che guida come presidente si è fatta buggerare da un semisconosciuto quadro locale del Ps.
Monopolizzati i tiggì anche da un’altra donna, ieri sera: Marine Le Pen,che non ce l’ha fatta a entrare in Assemblea nazionale in un voto non scontato sul Pas-de-Calais. A Hénin-Beaumont hanno vinto i socialisti con l’aiuto della sinistra radicale. Marine non ammette la disfatta e chiede la riconta (a metà pomeriggio si festeggiava la sua vittoria via exit-poll).
Invece la nipotina ha battuto destra e sinistra in un’altra città: Marion Maréchal-Le Pen entra in Parlamento a 22 anni - sarà la
deputata più giovane - e nel partito già la acclamano presidente ad honorem. Anche François Bayrou è fuori a «causa» di una donna. La socialista Nathalie Chabanne gli ha sfilato un seggio che il centrista detiene da 25 anni.