San Paolo, arrestati i poliziotti killer

I sette agenti avevano ucciso a sangue freddo tre giovani, fermati a bordo di un’auto rubata

Tre ragazzi disarmati. A bordo di un’auto rubata. Il primo aveva 18 anni, gli altri due 16. Sono stati uccisi a sangue freddo, a San Paolo del Brasile. E ora i sette poliziotti responsabili della loro morte sono stati arrestati con l’accusa di omicidio. Il Brasile tenta in tutti i modi di voltare pagina e ormai l’arresto di poliziotti corrotti o assoldati come sicari dalle gang del narcotraffico non fa più notizia. A Rio, in vista delle Olimpiadi e dei Mondiali di calcio che calamiteranno a quelle latitudini migliaia e migliaia di persone da tutto il mondo, si stanno riconquistando addirittura le favelas, storiche enclave della malavita.

E decine di poliziotti sono stati ammanettati per reati gravissimi. A San Paolo la gente è esasperata per il dilagare della criminalità: dal giugno scorso si sono registrati più di 1600 omicidi. E dunque l’opinione pubblica non si scandalizza all’idea che esistano squadroni della morte, formati da agenti che fanno giustizia sommaria dei malviventi. Il 41 per cento degli abitanti della metropoli tollera questi squadroni e il 61 per cento ha paura ad uscire di casa la sera.

Il cambiamento si annuncia lungo e difficile. Ma la battaglia per la legalità va avanti. Sul tema degli squadroni della morte c’è anche un film che molti italiani hanno visto: Tropa de elite, diretto nel 2007 da Jose Padilha.

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