Un blitz senza precedenti. La polizia brasiliana questa volta fa sul serio. E va avanti con la pulizia delle favelas, fino a qualche anno fa regno incontrastato della grande criminalità. In un’operazione condotta contemporaneamente in diversi punti della città sono state arrestate 83 persone e di queste ben 65 sono poliziotti. Un record. Perchè nessuno ha mai messo in discussione l’alto tasso di corruzione degli agenti brasiliani, spesso assoldati dalle potenti gang del narcotraffico, ma questi numeri probabilmente non si erano mai visti. E invece il Brasile ha fretta di voltare pagina, di presentarsi al mondo con un’immagine diversa, di dimostrare il cambiamento del Paese che è ormai uno dei protagonisti dell’economia mondiale. Un doppio appuntamento, una vetrina mondiale, è alle porte: Rio vuol dire Olimpiadi e mondiali di calcio. Dunque, la città ha deciso di affrontare le sue troppe emergenze, a partire dalla piaga della criminalità. Le favelas vengono liberate ad una ad una con operazioni militari che non lasciano nulla al caso. E nello stesso tempo si dà la caccia ai poliziotti che da sempre hanno chiuso un occhio e l’altro pure sui traffici illegali.
I sessantacinque poliziotti avrebbero avuto rapporti diretti con i boss del Comando Vermelho, la più importante e temuta gang che controlla il traffico di droga a Rio e in altri centri dello Stato. I soldi servivano per pagare la complicità degli agenti in 13 favelas del municipio di Caxias, interamente nelle mani del Comando Vermelho.
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