Il presidente siriano Bashar al-Assad ha annunciato oggi la sua candidatura alle elezioni presidenziali che si svolgeranno il prossimo tre giugno, una mossa attesa e di fatto scontata.
Al momento i nomi in lizza, per un mandato della durata di sette anni, sono sette, ma l'esito della competizione è praticamente scontato. Prima di Assad avevano confermato la propria candidatura Maher al-Hajjar e Abdallah al-Nouri. Altri quattro nomi sono stati confermati ieri. Tra di loro una donna.
Bashar al-Assad guida la Siria dal 2000, quando succedette al padre Hafez, il cui mandato presidenziale durava dal 1971. Unico candidato in quello che può essere tranquillamente definito un referendum sulla sua persona, ottenne alla prima candidatura il 97,29% delle preferenze, la seconda volta il 97,63%.
Neppure le elezioni di giugno garantiranno un processo democratico. I prerequisiti necessari a chi volesse candidarsi escludono infatti chi non risiede in Siria da almeno dieci anni, come anche chi è sposato con una donna non siriana o non è siriano di nascita o chi ha condanne pendenti, tagliando di fatto fuori i membri dell'opposizione. È poi necessario il sostegno di 35 membri del Parlamento.
A requisiti già stringenti si aggiunge la situazione della Siria, sconvolta da una guerra civile che ha già provocato 150mila morti e nove milioni tra rifugiati nel Paese e all'estero.
Soltanto in Libano, Paese che ne ha accolti di più, si trovano un milione di siriani, su una popolazione che non raggiunge i cinque.A partecipare alle elezioni saranno soltanto le aree sotto il controllo delle forze governative.
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