Un altro giornalista è stato ucciso in Siria. Si tratta del corrispondente della tv iraniana Press Tv, Maya Nasser, raggiunto da una pallottola sparata da cecchini a Damasco mentre era in onda in tv. Colpito anche il capo dell’ufficio locale della tv al-Alam Tv (due canali, rispettivamente in inglese e in arabo, della tv di stato iraniana), Hussein Murtada, che è rimasto ferito. I due erano accorsi sul luogo dell’esplosione di questa mattina nella capitale siriana quando sono finiti sotto il fuoco di presunti ribelli. Secondo l'emittente la reporter è stata uccisa da "insorti appoggiati da forze straniere".
Su Twitter (guarda il suo profilo) il giornalista iraniano prendeva le distanze da ogni radicalismo religioso e scriveva: "Il nostro lavoro non è proteggere la religione dalla morsa dello Stato, ma proteggere proteggere lo Stato dalla morsa del radicalismo religioso". Era molto attivo su internet (guarda il suo blog) e sui social network. Questo lo aveva portato anche a scontrarsi con alcune persone che lo accusavano, più di una volta, di essere filo Assad.
Il bilancio delle vittime
Sono più di 30mila i morti a causa del conflitto in Siria, che va ormai avanti da 18 mesi. La stima è stata fornita dall’Osservatorio siriano per i diritti umani. Il direttore Rami Abdel Rahman ha precisato che 21.534 vittime sono civili, 7.322 soldati e 1.168.
Il Vaticano: a pagare di più sono i bambini
La crisi siriana "sta peggiorando e la
continuità della violenza tocca in modo particolare, fa pagare il prezzo più alto ai bambini". È la denuncia dell'arcivescovo Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede pressol'Ufficio Onu di Ginevra.
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