Una vittoria simbolica per il mito di San Suu Kyi. Ieri è stata premiata, il suo ritorno dal passato, dopo oltre quindici anni di prigionia, le è valsa lelezione al parlamento. Lorchidea di ferro, come la chiamano i suoi sostenitori, il premio Nobel per la Pace ha vinto la sua piccola grande battaglia. Avrà un posto in Parlamento.
Ora cè chi si chiede: un clamoroso passo indietro da parte del governo dei militari o piuttosto una mossa astuta per impressionare in modo positivo lOccidente? Lelezione della leader dellopposizione non sarà politicamente influente. Insomma, un piccolo passo nella politica birmana, nel paese ci sono state solo tre elezioni in mezzo secolo, ma non decisivo. Il voto di ieri era unelezione suppletiva per riempire solo 45 seggi vacanti su 664. Oggi sono in molti a temere che la sua elezione sia utilizzata dal governo come coperture di comodo per un regime che vuole fare pace con lOccidente, che mira alla fine delle sanzioni prima ancora che vengano introdotte le reali riforme.
Figlia del generale Aung San, padre dellindipendenza birmana assassinato quando lei aveva solo due anni, Suu Kyi è vissuta in India e ha studiato filosofia a Oxford. La sua vita cambia definitivamente nel 1988 quando torna in Birmania per assistere la madre morente. Nel paese ci sono manifestazioni, insurrezioni. Suu Kyi sacrifica tutto. Lascia in Inghilterra il marito e i figli. Inizia a lottare per il suo popolo.
La sua battaglia non si ferma. Nel 1990 pur essendo agli arresti domiciliari vince le elezioni, ma non le viene concesso di governare. Nel 1999 ancora una prova atroce. Durissima. Il marito sta male, sta morendo. Lei sa che i generali non la farebbero rientrare in Birmania, così rinuncia anche allultimo saluto al marito. Negli anni questa donnina dallaspetto fragile ma dalla volontà di ferro conquista il cuore di tutti. Nel 2010 è finalmente libera, dopo dieci anni può rivedere suo figlio. Ormai è un uomo. San Suu Kyi e la sua storia commuove il mondo. I quindici anni di prigione le lasciano una magrezza evidente, ma il viso sembra quello di una bambina.
Oggi ha 67 anni ma ne dimostra molti meno, esile, sottilissima, gli occhi dolci, sorridenti. La sua tenacia, la sua testardaggine, il dolore, le rinunce diventano la trama del film di Luc Besson. Lei, la donna paragonata a Nelson Mandela, a Ghandi per la sua lotta è diventata un mito, ieri ha vinto la sua battaglia. Ieri è apparsa davanti ai giornalisti per invitare i suoi sostenitori alla calma. «Ci sono notizie che lNLd continua a vincere e a vincere - ha dichiarato - questa deve essere una vittoria del popolo con dignità. Invito tutti i membri e i simpatizzanti dellNld ad evitare discorsi o atti aggressivi contro laltra parte». Suu Kyi ha vinto un seggio in parlamento per la circoscrizione di Kawhmu, ottenendo il 99 % dei voti, arrivando prima in 29 dei 30 villaggi del distretto. Subito si sono diffusi in tutto il mondo messaggi di apprezzamento, anche Roberto Baggio convertitosi al buddismo ha dichiarato: «Lei è il nuovo eroe moderno e la raggiungerò presto in Birmania».
Secondo i primi risultati, lNld ha conquistato almeno 30 seggi, ma vi sono indicazioni di una possibile vittoria in tutte le 44 circoscrizioni in cui correvano i suoi candidati. Vittoria anche a Naypyidaw, remota capitale del Myanamar fatta costruire nella giungla dal 2005 dal regime dei generali.
Se i numeri trionfali saranno confermati si tratterebbe di un rischio politico per il governo di Thein Sein, che ha scommesso sulla riconciliazione iniziando una lunga serie di riforme: spaventata dal risultato, lala più irriducibile potrebbe cercare di porre nuovi ostacoli sulla via della democrazia. Sarà da vedere anche latteggiamento che terrà Suu Kyi - su cui ruolo la popolazione ha aspettative quasi esagerate - una volta entrata in Parlamento. I
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.