Da gennaio Newsweek non sarà più nelle edicole di tutto il mondo. Lo storico settimanale americano non chiude, ma esisterà soltanto in versione digitale, su Internet, e si chiamerà Newsweek Global. L'annuncio è stato dato sul Daily Beast - il sito che forma un'unica compagnia con Newsweek - dal direttore Tina Brown che parla di «transizione», «non di addio».
Newsweek è nato nel 1933 negli Stati Uniti e da 79 anni è considerato una delle più venerabili testate d'America, in perpetua concorrenza con il Time. Da anni però, come molti giornali di carta stampata, il settimanale fatica ad attrarre pubblicità, a mantenere i lettori. I numeri parlano chiaro: nel 2001 Newsweek vendeva 3.158.480 copie. A giugno 2012 soltanto 1.527.157. Perde 40 milioni di dollari all'anno. Era già in crisi quando nel 2010 il magnate Sidney Harman, 92 anni, lo comprò per un simbolico dollaro dal Washington Post. Lo stesso anno, Tina Brown, energico direttore già di Vanity Fair e del New Yorker, fondatrice del sito Daily Beast - dal romanzo di Evelyn Waugh - entrò in scena e Newsweek si fuse con il suo sito. Nel 2011, però, con la morte di Harman, la famiglia del magnate decise di non poter investire più nel settimanale in perdita.
«La decisione - ha detto Tina Brown - non è sulla qualità del marchio o del giornalismo», «è sulle sfide economiche delle pubblicazioni cartacee», ha spiegato prevedendo che l'avvento della nuova era significa anche licenziamenti. Negli ultimi mesi, gli analisti di comunicazione hanno visto nelle forti copertine di Newsweek (Obama gay e La Rabbia musulmana, per esempio), un tentativo di attirare i lettori che migravano verso il digitale. Per una recente ricerca del Pew Center, però, si tratta di una tendenza globale: il 39% degli americani, infatti, oggi preferisce leggere le notizie online.
Newsweek non è la prima rivista americana a fare la transizione dal cartaceo all'online. È già successo a US News & World Report, nel 2010. Tra i quotidiani, negli Stati Uniti sono diventati digitali anche il Times-Picayune di New Orleans e il Christian Science Monitor. Le difficoltà per la carta stampata attraversano qualsiasi confine. Proprio in questi giorni il maggior quotidiano spagnolo El Pais ha annunciato tagli del personale e i giornalisti hanno risposto con uno sciopero. In Israele, lo storico quotidiano Maariv è in crisi mentre Haaretz sta chiudendo la sezione settimanale e tagliando l'organico. E ha fatto scalpore in Gran Bretagna un recente titolo del Daily Telegraph: «Il Guardian sta seriamente prendendo in considerazione la fine dell'edizione cartacea».
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