Se fosse successo in Italia, sai i sorrisetti di francesi e tedeschi (tipo la «simpatica» smorfia anti-Berlusconi della coppia Sarkò-Merkel). E invece è accaduto in Francia e in Germania, e a ridere ora siamo noi. Non senza un certo gusto, considerato quel tipico atteggiamento da «puzzetta sotto il naso» che caratterizza tanto i mangia-krauti quanto i mangia-baguette. Mentre infatti la Francia si sta coprendo di ridicolo per un clamoroso errore di progettazione da parte delle ferrovie transalpine, la Germania sta facendo una figuraccia alle prese con l'ennesimo rinvio (e ri-ririnvio) che da oltre tre anni funesta l'inaugurazione del nuovo aeroporto internazionale «Willy Brandt» di Berlino. Nessuna pietà neppure da parte della Bild che di recente ha pubblicato alcuni documenti confidenziali in cui Horst Amann, coordinatore tecnico del progetto, descrive come «impossibile» l'apertura dello scalo anche per il 2014. Motivo? Le inadeguate misure per la prevenzione degli incendi. L'apertura del nuovo aeroporto, che dovrebbe sostituire gli scali di Tegel e Schönefeld, è stata rinviata già molte volte negli ultimi tre anni: il rinvio più clamoroso avvenne a maggio dello scorso anno, a poco più di tre settimane dall'apertura e con 10 mila ospiti già invitati all'inaugurazione, tra cui la cancelliera Angela Merkel. L'apertura era allora slittata prima a marzo 2013 e successivamente al 23 ottobre dello stesso anno. alcuni titolo della stampa tedesca: «Vergogna!», «Figuraccia da provinciali!», «Assurdo!». Ma la farsa continua: domenica, ad esempio, è in programma addirittura un referendum sulla «cementificazione» dello scalo.
Ma quello sta accadendo in Francia è ancora più clamoroso. Si è scoperto infatti che i nuovi treni regionali appena realizzati sono più larghi dei precedenti, rendendo dunque necessari enormi lavori per «allargare» 1.300 binari (rimasti «fermi» alle vecchie misure). Risultato: vagoni assemblati sulla base di misure sbagliate e che ora sono inutilizzabili. Costo previsto per l'«adeguamento» di binari e banchine: 50 milioni di euro. Il sottosegretario ai Trasporti ha definito la vicenda «tragicomica»; per poi - forse nel tentativo di sgravarsi dell'imbarazzante responsabilità -, buttarla in politica, attribuendo la colpa dell'«increscioso incidente» al governo gollista dell'allora presidente Jacques Chirac che nel 1997 separò le ferrovie, Sncf, dal gestore della rete, Rff.
La notizia, diffusa dal settimanale satirico Le Canard Enchainé, è stata confermata dalle ferrovie (Sncf e Rff). Le misure inadeguate riguardano 182 carrozze prodotte da Alstom e 159 del costruttore Bombardier, pronte (binari permettendo...) per entrare in servizio. Mortificati i responsabili della rete ferroviaria francese, che hanno provato a spiegare meglio cosa è accaduto: «è come se voi aveste una nuova Ferrari, e non riusciste a metterla dentro il garage, perché è di un'altra misura...». Sembra una barzelletta.
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