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Troppi 10 e lode e Harvard grida al tradimento

Troppi 30 e lode e Harvard grida al tradimento. «Stiamo ingannando i nostri studenti» ha detto in una recente riunione del Senato Accademico, Harvey Mansfield, classe 1953 e da decenni professore di scienze politiche nel più famoso ateneo della Lega dell'Edera. Mansfield, che ha tradotto in inglese Toqueville, ha fatto presente che il voto medio di uno studente di Harvard è A-, l'equivalente di un 28 in Italia. Secondo il giornale studentesco Harvard Crimson, il luminare è stato però immediatamente corretto da un collega: il voto medio non è un A- ma un A tondo tondo. Tutti 30: possibile? Negli Stati Uniti si chiama «grade inflation», inflazione dei voti, frutto dell'esigenza da parte delle singole scuole di mantenere alta la bandiera delle percentuali di accettazione dei loro studenti nei livelli scolastici successivi.
Tutti contenti dunque? No, non è proprio così. Nella corsa al voto inflazionato secondo molti docenti si tradiscono gli standard reali di una buona istruzione dando agli studenti l'illusione di primeggiare quando in realtà sono solo mediocri secondi.

Harvard non è la sola scuola Ivy League che si sta ponendo il problema: anche Yale e Princeton hanno avviato una revisione dei metri di giudizio di quiz e esami.

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