Ci saranno tutti meno la Regina. Cinquantatre capi di Stato e di governo parteciperanno alle diverse cerimonie funebri in onore di Nelson Mandela. Oltre a Enrico Letta e Laura Boldrini, hanno confermato la loro presenza Barack Obama, Francois Hollande, David Cameron e Dilma Rousseff. Poi il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, il suo predecessore Kofi Annan e gli ex presidenti Usa Jimmy Carter, George W. Bush e Bill Clinton, poi Nicolas Sarkozy e Lula. La regina Elisabetta invece lascerà il posto a Carlo, Papa Francesco manderà il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson.
Ieri però non sono mancati momenti di grande suggestione. Le parole sulla grande riconciliazione nazionale promossa da Madiba del presidente sudafricano Jacob Zuma, pronunciate nel silenzio con voce commossa ma ogni tanto interrotte da un sonoro «oh yeah» (di uno o l'altro dei partecipanti), sono state uno dei momenti forti della messa di celebrazione, nella chiesa battista di Bryanston, a Johannesburg. Per costruire il Sudafrica democratico di oggi, la Rainbow Nation, la nazione arcobaleno, Nelson Mandela «ha combattuto la dominazione bianca, ma anche la dominazione nera» ed il Nobel della Pace è stato conquistato in collaborazione con chi lo ha lasciato in carcere per ben 27 anni.
Bryanston è uno dei templi scelti per raccogliersi tutti insieme attorno alla memoria di Madiba prima della grande commemorazione di domani, allo stadio della finale dei mondiali di calcio del 2010, e i funerali solenni di domenica nel suo villaggio natale di Qunu, nella provincia di East Cape. La giornata di ieri in tutto il Sudafrica è stata infatti una domenica di preghiera per Madiba, un evento che ha coinvolto milioni di persone. Lo si è ricordato nelle chiese, nei tempi battisti e metodisti, nelle sinagoghe e nelle moschee.
A Bryanston, accanto a Zuma, c'erano i rappresentanti del clan Mandela, guidato da suo nipote Mandla, da alcuni anni nuovo capo clan. Tutti lo chiamano Mata (cioè «The Big One», il grande), ed è il più anziano dei nipoti, oltre ad essere stato il preferito di Tata, The «Old Man», il grande Vecchio Nelson Rolihlahla Mandela. Accanto a lui c'era anche Winnie, la seconda moglie di Nelson, ma non Graca Machel, la terza ed ultima sposa.
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