Il mondo dello sport italiano si mobilita ancora per i due marò detenuti in India. Lo fecero per primi alcuni dei partecipanti alla maratona di Roma dello scorso marzo, quando corsero con una maglietta che ne chiedeva la liberazione. Pochi giorni dopo, il 25, si aggiunse la squadra di calcio della Lazio che, su
iniziativa del presidente Claudio Lotito scese in campo contro il Cagliari con un fiocco giallo sulla maglia in segno di solidarietà con i due militari prigionieri.
Forte anche l'iniziativa della Ferrari, che ad ottobre, in occasione del Gp dell'India ha fatto mettere sulle monoposto rosse di Alonso e Massa il simbolo della Marina Militare, per testimoniare vicinanza ai marò. Ieri è stata la volta di Simona Scocchetti, una delle atlete di punta della nazionale di tiro a volo, folignate di nascita ma residente a Tarquinia. Lei sente particolarmente le implicazioni di questa vicenda, visto che fa parte non solo dal punto di vista formale dei Corpi dello Stato, nel suo caso l'Esercito. Ha vinto la prova di skeet donne nell'Open dell'India, importante manifestazione di chiusura dell'anno del tiro, e subito ne ha approfittato per manifestare, più che la soddisfazione per il successo, la preoccupazione per una vicenda che ancora non si sblocca.
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