Violentata in gita: espulsa da scuola

In Francia polemiche feroci sulla scelta dell'istituto cattolico di punire una quindicenne vittima del branco

Violentata in gita: espulsa da scuola

Parigi - Stuprata a quindici anni in gita scolastica, due giorni dopo denuncia il fatto ai professori che, al rientro dal viaggio, decidono di espellerla per «non aver rispettato il regolamento». É polemica in Francia per la decisione dell'istituto cattolico Notre-Dame de la Provence, scuola privata della Lorena che si difende dalle telecamere e non risponde all'avvocato della ragazza, sostenendo di aver già fatto quanto dovuto: denunciare alla polizia l'accaduto e, ancor prima, cautelarsi e tutelare gli alunni da eventuali problemi che sarebbero potuti sorgere durante la gita. Poiché l'alloggio del gruppo era un ostello di Berlino, prima di partire, genitori e alunni avevano effettivamente firmato degli obblighi da rispettare. Regole d'ingaggio per gite scolastiche all'estero che includevano anche il «coprifuoco»: vietato uscire dalle camere dopo le 22.

La sera del 28 maggio, Manon (nome di fantasia attribuito dal quotidiano Le Figaro alla quindicenne), invece esce, insieme con due sue amiche. Nei corridoi dell'ostello incontrano un ragazzo polacco di 18 anni, lo seguono nella sua stanza. Chiacchierano con lui ed altri tre ragazzi, i quali, secondo le ricostruzioni, fanno bere vodka alle quindicenni «per lasciarsi un po'andare». Poi si sarebbe consumato il rapporto non consenziente con Manon.
Non è chiaro il ruolo dei singoli, né sembra interessare alla famiglia della ragazza. Poiché in Francia la polemica è un'altra: i genitori sono «sconcertati» dalla decisione della scuola, a cui attribuiscono un eccesso di zelo cattolico. Hanno assunto un legale e vogliono giungere a un compromesso: una sospensione o un'altra punizione.

In tv l'avvocato spiega che «la scuola avrebbe dovuto attuare una supervisione più rigorosa». Ma delle dinamiche dell'accaduto si sta già occupando la polizia tedesca, visto che uno degli insegnanti, a cui Manon aveva spiegato la situazione due giorni dopo il fatto, aveva subito sporto denuncia. Le indagini sono ancora in corso in Germania, mentre in Francia ci si divide. Genitori poco severi con la figlia. Pro o contro la scuola, accusata dalla famiglia di Manon di aver deciso l'espulsione troppo in fretta. Come se volessero liberarsi del problema «prima che la vicenda diventasse troppo spinosa».
Al rientro dalla gita l'Istituto ha infatti convocato un consiglio disciplinare d'urgenza che decide all'unanimità di espellere le tre studentesse «per non aver rispettato il coprifuoco ed essere andate nella stanza di quattro uomini adulti ed aver assunto alcolici». La preside, Francoise Lallier, sostiene che la punizione non poteva essere che questa e non intende cambiarla, tanto da incaricare un avvocato per controbattere al ricorso amministrativo della famiglia. Hervé Renoux, legale della scuola, spiega sull'Est Repubblican che la responsabilità dell'accaduto «è anche delle studentesse, perché un eccessivo consumo di alcolici ha causato un comportamento inappropriato». E insiste davanti alle telecamere che, se c'è stata effettivamente violenza, questa si sarebbe potuta evitare restando in camera durante la notte.

La famiglia continua invece a chiedere la revoca del provvedimento e manda avanti il legale.

«Ci troviamo di fronte alla vittima di uno stupro che dal giorno dell'aggressione non si è ancora ripresa - dice l'avvocato Richard-Maupillier a Le Figaro - ed è tuttora così turbata da dover essere seguita da uno psicologo. Non possiamo permetterle di pensare che quanto successo sia stata colpa sua».

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