Il Cairo L'Egitto sembra scivolare in queste ore verso un caos pericolosissimo. Ieri pomeriggio i sostenitori del presidente Mohammed Morsi, esponente dei Fratelli Musulmani eletto quattro mesi fa, hanno attaccato con estrema violenza i dimostranti dell'opposizione che si erano accampati davanti al palazzo presidenziale per protestare contro il varo di una nuova Costituzione ispirata alla legge coranica. Le forze di sicurezza si sono frapposte appena hanno potuto tra i due schieramenti, ma non sono riuscite a impedire che la situazione degenerasse: tra bastonate e lanci di pietre e di bottiglie incendiarie una giovane donna e un militante islamico sono rimasti uccisi, e si sono contati una quindicina di feriti. Alla fine gli oppositori di Morsi sono stati messi in fuga.
Le ricadute politiche sono altrettanto gravi. Da una parte il presidente Morsi, la cui posizione appare sempre più indebolita, ha dovuto abbandonare il palazzo per prudenza, dall'altra i leader dell'opposizione hanno rinnovato la richiesta al Presidente di ritirare il decreto e di cancellare il referendum costituzionale fissato per il 15 dicembre. In questa situazione convulsa, uno dopo l'altro tutti i 17 consiglieri di Morsi hanno annunciato le loro dimissioni.
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