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VOCI «Dopo una riunione segreta del governo sono partiti sedici jet»

Un corteo a Bari promosso da organizzazioni militari e civili per tener viva la speranza di riavere presto in Italia i due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. E contemporaneamente la partenza per l'India di un gruppo di familiari di Girone, Vania, con i due figli e la sorellina di Salvatore, Eliana. Smentita invece la partenza di alcuni aprenti di Latorre, che era stata diffusa da agenzie di stampa.
Una «missione familiare» che ha lo scopo di portare un po' di calore in un momento in cui le prospettive della vicenda sembrano confuse, e non soltanto ai due involontari protagonisti.
«La situazione è troppo intrecciata: ormai cambiano versione continuamente e non crediamo più a niente». Così si è espresso a Bari Alessandro Girone, fratello di Salvatore, presente al corteo organizzato per sollecitare la liberazione dei due marò. «È un'attesa infinita che ci mette angoscia: ormai è diventata davvero pesante - ha aggiunto lasciando poi uno spiraglio aperto alla speranza -. Noi speriamo che tutto finisca da un momento all'altro: speriamo tanto che si trovi una soluzione immediata».
Da parte sua Christian D'Addario, nipote di Massimiliano Latorre anch'egli presente al corteo barese, ha chiesto «chiarezza: bisogna andare al di là degli schieramenti politici perchè, come ha detto mio zio, è il momento che la politica non si divida, ma sia unita per risolvere presto questa vicenda. Noi chiediamo - ha aggiunto - che la vicenda sia affrontata seguendo la disciplina del diritto internazionale».
D'Addario ha anche voluto esprimere fiducia nella persona di Staffan De Mistura, l'ex sottosegretario agli Esteri che ha sempre seguito direttamente la vicenda dei marò e che il nuovo governo Letta ha deciso di nominare suo
inviato speciale in India. «Staffan De Mistura è la persona che, a mio avviso, ha più esperienza e conosce meglio ogni dettaglio della vicenda: io ho piena fiducia in lui».

Anche perché , sostiene il nipote di Massimiliano Latorre, «inviare in India una persona diversa, avrebbe comportato maggiori difficoltà nella trattativa diplomatica che sarebbe dovuta ripartire da zero».

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