Esuli, nubi tra l’Italia e la Croazia

La Farnesina annuncia mosse a tutela dei nostri interessi nazionali, anche in sede comunitaria

da Roma

Alla Farnesina si rileva con crescente sconcerto il moltiplicarsi di segnali negativi provenienti dalla Croazia nei confronti dell’Italia. Essi si riferiscono a una serie di contenziosi che - ancora qualche settimana fa - formavano oggetto di negoziati, avviati e perseguiti da ambo le parti in spirito costruttivo e di reciproca collaborazione. Tali segnali sono considerati, da parte italiana, in controtendenza con la rilevanza delle relazioni bilaterali e in contrasto con l’incondizionato e amichevole appoggio fornito dal Governo italiano al processo di integrazione della Croazia nell’Unione Europea, culminato nell’avvio del Negoziato di Adesione il 3 ottobre scorso.
In un incontro che si è tenuto ieri a Roma, su mandato del vicepremier e ministro degli Esteri Gianfranco Fini, fra il sottosegretario Roberto Antonione e i Rappresentanti della Federazione degli Esuli dell’Istria, Quarnero e Dalmazia, è stato da parte di questi ultimi rilevato con profondo disappunto come la Croazia si sia risolta a concludere - con il solo Governo austriaco - un accordo bilaterale relativo ai beni immobili a suo tempo sequestrati e successivamente denazionalizzati.


A fronte dell’«inesplicabile atteggiamento dilatorio del governo di Zagabria», riferisce la Farnesina, Fini ha preannunciato una riflessione sui negoziati relativi ai beni italiani sequestrati (negoziati determinanti ai fini del buon andamento della trattativa Ue), a tutela dei nostri interessi nazionali e con l’adozione di tutte le misure che si riterranno a tal fine più opportune, anche in sede comunitaria.

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