Con gli Etf «aggressivi» salgono rischi e obiettivi di guadagno

Aumentando la scala del rischio è possibile puntare a rendimenti potenzialmente maggiori rispetto a quelli che si possono ottenere acquistando in asta un Btp a cinque anni che garantisce attualmente il 3,2% lordo, pari al 2,7% netto. Ma è necessario mettere in conto l’eventualità che si possano accusare perdite nell’arco dei prossimi 12-18 mesi a fronte di un investimento che dovrebbe durare preferibilmente 5 anni.
Il portafoglio dovrebbe prevedere una buona quota (tra il 20% e il 40%) di Etf (o, come seconda scelta, fondi comuni) specializzati sulle obbligazioni societarie. Quindi una percentuale (tra il 5% e il 15%) in fondi e Sicav che investono in obbligazioni convertibili e la restante parte impiegata in Etf di liquidità quali il Lyxor Etf Euro Cash e il Db x-tracker Eonia tot. return. Questa mossa da un lato consente di remunerare i risparmi al tasso del mercato monetario con costi annui molto contenuti (lo 0,15% all’anno); dall’altro permette di alimentare un Pac, un piano di accumulo, in Etf azionari aggressivi.

L’obiettivo è incrementare il rischio di portafoglio in modo graduale nel tempo acquistando, mese dopo mese, quote di Etf focalizzati sui Paesi emergenti come Ishares Msci Emerging markets, Lyxor Etf Msci emerging markets, Db x-tracker Msci Em market, o sui Paesi Bric (Brasile, Russia, India e Cina) come Ishares Ftse Bric 50 o il Market access Dax global Bric idx oppure, sulle Borse di tutto il mondo come l’Ishares Msci world, il Lyxor Etf Msci world e il Db x-tracker Msci world trn index etf: per esempio, spostando dall’Etf di liquidità ogni mese tra l’1% e il 2% del capitale investito si potrebbe accumulare tra un minimo del 12% (dopo un anno) e un massimo del 48% (dopo 24 mesi) in Etf azionari. Ricordiamo infine che i Pac sugli Etf sono consentiti, per esempio, sui siti online Fineco e IwBank.