Etica d’impresa e responsabilità sociale: a confronto docenti universitari e banche

La responsabilità sociale, l’etica applicata all’impresa è un buon antidoto contro la crisi, rappresenta il cuscinetto ideale per attutire i colpi nei periodi bui. Proprio l’approccio peculiare del Bel Paese, che al profitto immediato ha saputo anteporre i valori, ha reso meno disastrosa l’eco dei grandi crolli avvenuti altrove, Stati Uniti in primis. È questa la lezione fondamentale che emerge da un seminario organizzato da Monte dei Paschi di Siena, che si è svolto ieri pomeriggio nella sede romana della banca e che fa parte del ciclo di incontri «Non solo lezioni. Viaggio dentro l’economia che cambia». Da una parte uno dei principali istituti di credito italiani, dall’altro gli esperti dell’università di Tor Vergata, per coniugare teoria e prassi, conciliare esperienze e punti di vista, coinvolgendo anche le istituzioni. A rappresentare il governo c’era infatti Luigi Casero, sottosegretario al ministero dell’Economia, che ha posto l’accento sulle «grandi capacità di risparmio di cui sono capaci le imprese italiane», il che le rende «meno inclini a ricorrere a sistemi di finanza estrema», cosa che invece ha caratterizzato, e condotto quasi al tracollo, i paesi anglosassoni.
Antonio Vigni, direttore generale Monte dei Paschi di Siena, ha sottolineato che è proprio la responsabilità sociale quell’elemento in grado di «produrre utili di qualità in modo sostenibile nel tempo». «È indispensabile - ha però rilevato - lo sviluppo di specifiche norme e regole contabili che indirizzino l’etica di impresa, prevedendo anche obblighi di trasparenza». Parafrasando significa che il sistema ha retto grazie alla buona volontà delle banche, ma che una cornice normativa definita darebbe un ulteriore impulso in questa direzione. «È una sfida importante - ha aggiunto - che richiede un forte impegno e una crescita culturale».

Leonardo Becchetti, professore di Economia a Tor Vergata, ha invece chiuso il cerchio mettendo sul tavolo alcuni dati: «I risultati di una nostra ricerca su un campione di circa tremila imprese quotate dicono che avere un punteggio elevato in termini di responsabilità sociale sulla base delle agenzie di rating internazionale ha generato, all’indomani dei fallimenti di Lehman Brothers e Washington Mutual, un rendimento anormale significativo e positivo in borsa». Come dire che mentre tutti gli altri piangono, chi si ricorda di agire in maniera etica può addirittura lasciarsi scappare un sorriso.

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