"Via gli etiopi dalla Somalia", l'esercito spara: quattro morti a Mogadiscio

"Via gli etiopi dalla Somalia", l'esercito spara: quattro morti a Mogadiscio

Mogadiscio - Le truppe etiopi e la polizia somala hanno aperto il fuoco su alcuni manifestanti a Mogadiscio, uccidendo almeno quattro persone. È soltanto l'ultimo episodio di violenza nelle zone della città in cui il sostegno per le truppe islamiche è ancora forte. I manifestanti hanno lanciato pietre mentre alcuni hanno risposto con fucili da assalto contro le forze di sicurezza, secondo quanto riferito da un giornalista locale che ha preferito non essere citato.

Gli scontri sono avvenuti nel sobborgo dove gli etiopi e le truppe del governo hanno combattuto contro uomini armati, nella giornata di sabato. Il testimone ha riferito che le truppe etiopi sono ritornate in un mercato di bestiame nella parte settentrionale della città, dove un attacco ai danni di un convoglio militare etiope aveva provocato una pesante battaglia, sabato. "Gli etiopi hanno usato qualcosa come un bazooka per abbattere il cancello di una casa nella zona, per poi arrestare due uomini che si trovavano all'interno", ha spiegato il giornalista. "La gente del posto ha cominciato a lanciare pietre contro di loro, alcuni hanno sparato colpi da fucile, e gli etiopi hanno risposto al fuoco". Il giornalista ha anche detto che tre uomini sono stati uccisi e almeno cinque persone sono rimaste ferite.

Almeno cinque civili sono stati uccisi nella zona sabato, in quello che è soltanto l'ultimo episodio di una lunga serie di attacchi lanciati da alcuni sospettati di essere gli ultimi esponenti del consiglio delle Corti islamiche in Somalia. Gli islamici sono stati cacciati dalle loro roccaforti a Mogadiscio e nel sud alla fine dell'anno da milizie congiunte composte da soldati somali e etiopi.

Leader islamico si consegna a forze Usa e keniane Il leader del Consiglio esecutivo delle Corti islamiche somale, Sharif Sheik Ahmed, si è consegnato alle autorità keniane e americane e si trova oggi sotto la protezione delle autorità keniane a Nairobi.

Ahmed è ritenuto dagli Stati Uniti un moderato e nei giorni scorsi l'ambasciatore americano in Kenya, Michael Ranneberger, ha invitato il governo di transizione somalo a coinvolgerlo nel processo di riconciliazione nazionale. Ahmed avrebbe attraversato la frontiera con il Kenya dirigendosi poi verso Nairobi, nel timore di rimanere ucciso dalle truppe etiopi. 

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