MilanoScusi signor Mourinho, ma dopo questa bella prestazione contro il Parma, possiamo dire che l'Inter con il Barcellona parte alla pari? Josè è d'accordo: «Certo, certo che partiamo alla pari. Quando l'arbitro fischia partiamo da zero a zero».
Se le cerchi con Josè le trovi sempre, poi questo è stato un assist d'oro. Arriva Ibra? Assieme a Messi, Don Chisciotte e Sancho Panza a San Siro, quaranta centimetri di differenza, passo cadenzato, la strada la conoscono, soprattutto lo svedese, quello che chissà come lo accoglie la curva. E a lui frega zero: «I tifosi intelligenti mi applaudiranno», e in curva si sono sentiti dare degli ignoranti. È una conclusione un po' tortuosa, ma forse significa solo che loro a Ibra non lo applaudiranno. Si scommette sullo striscione che la curva esporrà sulla ringhiera della Nord, di sicuro si sa solo che è dedicato allo Zlatan. Lui e Messi hanno giocato sabato, 2-0 al Getafe, Ibra al 21' e l'argentino al 34'. Come qui, 2-0 al Parma, Eto'o al 26' e Milito al 43'. S'incrociano già a milleduecento chilometri di distanza. Altre analogie? Ce ne sono a badilate. Le cronache di Getafe-Barcellona non parlano di una partita esaltante, i campioni d'Europa sono scesi in campo senza elettricità, quasi fermi, poca polpa e poca passione contro una squadra che si difendeva in nove. Così Guardiola si è dovuto aggrappare a quei due.
A San Siro uguale. Inter spenta, tocchi di prima con palla a terra dimenticati, poca ciccia, tanta pressione contro una squadra che difendeva in nove e spesso in dieci, Josè si è dovuto affidare a quei due, Eto'o e Milito.
Altre analogie. Se Getafe-Barça ha confermato la mediocrità generale della Liga spagnola, Inter-Parma ha dato un saggio della nostra serie A. Guidolin dietro ha giocato stracoperto, con Zaccardo inguardabile e a uomo su Sneijder. Il Parma non ha mai calciato in porta, il Getafe almeno ha colto due legni, poveretto. Ci sono congiunzioni anche curiose: il Barcellona ritrova Iniesta, il suo faro in mezzo al campo, fuori da inizio stagione. Mourinho sabato in conferenza stampa ha presentato un Cambiasso col gruppo fin da questa mattina, lasciando intuire che potrebbero anche esserci sorprese. L'argentino manca dal Tim con la Juve quando si accasciò da solo in mezzo al campo, operato, riabilitato, pronto, ma senza minuti nei garretti.
Adesso Josè dice che non sarà Messi-Ibra contro Eto'o-Milito. La nuova strategia è rimbalzare. La Juve? Lui dice: «Ho spento la tv dopo il gol annullato alla Lazio», ma non perché era arrabbiato, ma solo perché c'era un piatto di calamari pronti in tavola: «Tutti assieme, io, i giocatori e lo staff». Sintesi sopraffina del popolo dei cronisti: calamari batte Juve 2-0. Ibra ha detto che Guardiola è più serio, più low profile? Chissenefrega: «Lui adesso è del Barcellona, può dire tutto quello che vuole. Gli sono grato perché assieme abbiamo vinto un campionato. Lo abbraccerò prima e dopo la partita. Ma Eto'o è il miglior attaccante con cui abbia mai lavorato». Gli hanno chiesto conferma e lui l'ha data: «Dico sempre così dei miei». E se Ibra sta cercando di entrare nel gruppo e diventare uno di loro, Josè rincara la dose dicendo che è facile dire queste cose: «Intanto il Barcellona è questo da quattro o cinque anni, noi invece siamo qui con cinque giocatori nuovi, in evoluzione, commettiamo ancora errori».
Don Chisciotte e Sancho Panza a quest'ora saranno al valico, l'Inter ha tolto i mulini a vento dai paraggi, ha lasciato solo le pale, quelle stanno girando vorticosamente, a Samuel che si prenderà lo svedese e a Zanetti che magari incrocia il tappetto futuro Pallone d'oro.
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