Un monologo tutto al femminile per modificare, anzi per rivoluzionare la nota leggenda che vincola Orfeo ed Euridice a un amore tragico e paradossale. Lei dunque capirà, è il testo che Claudio Magris ha tratto dal celebre mito greco e che spiazza con un finale a sorpresa. Un testo che, grazie alla lungimiranza e abilità di un navigato uomo di teatro come Antonio Calenda, è diventato spettacolo (ieri sera il debutto sul palcoscenico del Piccolo Eliseo)
Un monologo tutto al femminile, interpretato da Daniela Giovinetti che ricalca unEuridice dei giorni nostri. Il mito greco vuole che Orfeo nellAde si volti a guardare Euridice, così da perderla per sempre e lasciarla al suo tragico destino. Magris spiazza tutti facendo sì che la sua protagonista confessi al «Presidente», misterioso e tacito interlocutore, di essere stata lei stessa a costringere il suo uomo a voltarsi. Una confessione che si consuma lentamente in un ambiente grigio e minimalista.
«Lunica cosa che può spiegare uno scrittore è come è nato un suo testo - dice Magris che oggi apre la rassegna Il classico di una vita(vedi il pezzo qui a fianco) -. Un testo nasce dagli interessi profondi di un autore e dalla casualità. Lei dunque capirà non sarebbe mai nato se io in questi anni non avessi frequentato una casa di riposo, dove il tempo scorre in modo diverso. Il testo è nato anche grazie a quella che il grande scrittore argentino Ernesto Sabato ha definito scrittura notturna, che avviene quando cè qualcosa che ci colpisce violentemente e improvvisamente: è una verità momentanea. Questo testo parla di amore e passione, ma anche di piccole meschinità e livori». Magris, dunque, immagina un universo misterioso, in cui una donna, prigioniera volontaria in un Averno «metafisico», si lascia travolgere dai ricordi del suo amore, cui ha dedicato tutta se stessa. E così per la prima volta in teatro è Euridice a prendere la parola e a raccontare la sua storia, ricercando i frammenti di vita quotidiana nella memoria, e a ricostruire il profilo del suo Orfeo.
«Lei dunque capirà mi ha subito affascinato - aggiunge il regista - perché rende presente ciò che non cè. Il testo è estremamente misterioso e liberatorio. Come nel grande teatro qui la parola profetica diviene immediatamente azione». È stato proprio Calenda a lanciare lidea a Magris di un monologo tutto al femminile, il primo in cui lo scrittore triestino parla totalmente dalla parte della donna.
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