Eurizon: 5 anni di «odissea» ma il futuro è ancora incerto

Le incognite sulla nascita di un gruppo «paneuropeo» nel risparmio gestito

Marcello Zacché

da Milano

Il polo del cosiddetto «risparmio gestito» resta il nodo gordiano di San-Intesa, la superbanca nascente tra Milano, Torino, Parigi e Trieste. Non a caso fino a ieri, giornata dell’accordo raggiunto con il grande azionista Crédit Agricole, la sorte dell’asset management e, di conseguenza, delle attività assicurative, resta avvolta dalla foschia. L’accordo accenna allo sviluppo di «uno studio di fattibilità per creare una piattaforma paneuropea nell’asset management». Ma non dice affatto come. E le ipotesi sono tre: il veicolo scelto sarà Eurizon, il polo integrato del Sanpaolo, dove confluiranno anche le gestioni del gruppo Agricole, compresa Nextra sgr; il veicolo scelto sarà creato ad hoc; oppure non se ne farà niente, con la conseguenza (prevista dall’accordo) del rientro di Nextra sgr in Italia, probabilmente in Eurizon.
In ogni caso l’odissea continua. Perché di questo si tratta: in casa Sanpaolo il primo progetto di un polo del risparmio integrato risale al 2001-02, con l’idea di Sanpaolo Wealth Management, dove erano confluite 4 società di gestione e 4 società assicurative (tra cui Sanpaolo Vita, seconda compagnia del comparto dopo le Generali). Wealth management doveva rappresentare il primo caso di polo completo nel risparmio, con fabbriche-prodotto e compagnie assicurative, premi e danni. Ma nel 2004 il progetto viene smentito: nasce l’idea di un polo esclusivamente assicurativo, nel quale far confluire Noricum Vita (compagnia ereditata nel frattempo dall’aggregazione con il gruppo Cardine), Fideuram Vita (presa da Banca Fideuram, a sua volta controllata al 73% dal Sanpaolo) e le 4 compagnie di Wealth Management. Società che viene così smontata, causando le dimissioni del suo ad, Marco Mazzucchelli. Mentre a Torino approda da Ras Marco Greco, proprio per mettere in piedi il nuovo polo assicurativo sotto il cappello di Eurizon.
Ma passa poco più di un anno e, nel gennaio scorso, quello che restava del gruppo Wealth management, nel frattempo ridotta a Sanpaolo asset management (cioè solo le fabbriche prodotto dei fondi), passa a sua volta in Eurizon. Completando l’inversione a «U» del gruppo: sotto il controllo di Greco e della sua Eurizon finiscono tutti gli asset e i business che originariamente dovevano stare in Wealth management, aumentati del 73% di Banca Fideuram (sul cui restante 27% è in corso un’Opa).
Non è allora forse un caso che proprio su Eurizon i piani per il futuro siano ancora vaghi: il progetto è quello della quotazione in Borsa. Ma ora, con lo «studio di fattibilità» di cui sopra, non è molto chiaro con quale perimetro e, quindi, con quali tempi questo potrà avvenire.

Così come non è chiaro fino in fondo se in San-Intesa prevarrà la linea torinese, che ha sempre creduto nelle fabbriche prodotto, o quella milanese, che l’unica che aveva (Nextra) l’ha ceduta all’Agricole. Che ora si appresta però e restituirla.

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