Europa, aiuti all’auto unico intervento anticrisi

La crisi è allarmante, ma l’Europa non crede a misure comuni per il rilancio dell’economia. Il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Junker, al termine della riunione dell’Ecofin, sintetizza così le conclusioni dei ministri finanziari: «No» a un grande piano di tipo keynesiano, «sì» a misure nazionali coordinate. I Paesi che hanno margini di bilancio devono concedere sgravi fiscali «mirati» alle categorie più deboli, aggiunge Junker. Inoltre, si può pensare ad aiuti per il settore automobilistico in difficoltà, soprattutto se gli Stati Uniti li concederanno alle loro imprese. Le regole del patto di stabilità si possono stiracchiare un po’, ma non abbandonare. «L’eventuale sforamento dev’essere vicino al 3%, qui non si parla di 5 o 9%», precisa Junker. «Le regole saranno rispettate - aggiunge l’eurocommissario Joaquin Almunia - e su questo c’è il consenso totale».
Anche Giulio Tremonti è prudente. «La nostra politica resta quella di una fortissima attenzione al debito pubblico - spiega - e i margini di manovra non sono molti; sono quelli che ci indica l’Unione europea». Il ministro dell’Economia apprezza l’orientamento di non modificare il patto di stabilità. E che i margini di manovra siano stretti lo dimostra, ricorda Tremonti, «il grafico sugli spread» dei titoli pubblici all’interno dell’area euro. L’allargamento dei differenziali con il bund tedesco, tuttavia, non significa di certo «la fine dell’euro, come qualcuno gufa», né comporta costi in più per la finanza pubblica italiana perché la domanda «è altissima anche sui nostri bond», osserva il ministro. Ieri, tra l’altro, lo spread si è ristretto. Né Tremonti appare preoccupato per l’allarme, lanciato da Junker, su una bolla che potrebbe interessare le carte di credito. «In Italia il rischio non è consistente - rileva - perché non vengono utilizzate le carte di debito», come negli Stati Uniti e in molti Paesi europei.
In mancanza di un piano europeo Ue anti-recessione, i ventisette ministri finanziari si appellano a un vago «coordinamento» delle misure da intraprendere e, soprattutto, si appellano alla Bce. Domani, il consiglio della Banca centrale dovrebbe deliberare un ribasso dei tassi di interesse nell’area euro. «La riduzione delle pressioni inflazionistiche - dice il ministro francese Christine Lagarde - ci fa sperare in un ribasso dei tassi, per sostenere le nostre economie». La Lagarde conferma anche l’ipotesi di aiuti all’industria dell’auto, prestiti agevolati per produrre vetture «verdi». Per il resto, si va in ordine sparso. Oggi la Germania annuncia un pacchetto (25-30 miliardi) di misure che vanno dalla sospensione delle tasse sulle automobili nuove agli sgravi fiscali per gli artigiani. Ma Berlino ha i conti migliori d’Europa, e può permettersi di spendere. La Commissione presenterà il 26 novembre un documento con le linee-guida del coordinamento dei piani economici nazionali.


Infine, l’Ecofin ha approvato il documento francese sulla riforma dell’architettura finanziaria internazionale, che sarà presentato al G20 di Washington. «È un buon documento, ma intervenire sulla finanza non basta», commenta Tremonti, che sarà presente al summit.

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