Europa in allarme: la Siria ci preoccupa

Brock, presidente della commissione Esteri: monitorare il traffico d’armi lungo il confine. Tajani (Fi): spedizione con molti rischi

Raffaela Scaglietta

da Roma

Alla roulette russa mediorientale giocata a Bruxelles il trionfalismo di Prodi «ne va plus». Preoccupazione teutonica e pragmatismo sono invece tra le voci urgenti, all’ordine del giorno, per questa missione internazionale Unifil che opererà nel Sud del Libano per trovare la pace ai confini della Terra promessa e rompere in qualche modo l’asse infernale tra Siria, Iran e Hezbollah. Almeno cosi le cose vanno all’interno della commissione Esteri del Parlamento europeo, convocata ieri in seduta straordinaria dal presidente Elmar Brok. «Sono preoccupato sul mandato Onu e sul ruolo che deve svolgere la Siria sulla consegna delle armi» ha detto ieri mattina dal Caprice des Dieux, il palazzo del Parlamento Eu di Bruxelles, il presidente tedesco della commissione Esteri.
Il dibattito in sede europea è durato a lungo, gli eurodeputati e il rappresentante speciale dell’Ue per il Medio Oriente, Marc Otte, hanno espresso opinioni e idee da includere nel testo di risoluzione comune che sarà discussa tra il 4 e il 7 settembre nella prima seduta plenaria di Strasburgo, alla riapertura dei lavori parlamentari. «La sfida principale - ha detto Marc Otte - rimane la definizione del ruolo della forza internazionale per monitorare il confine tra Libano e Siria». La questione «siriana» e il suo fattore X (il traffico regionale delle armi) ha tenuto quindi in sospeso i dibattiti della commissione Esteri; proseguiti per tutto il pomeriggio in altre riunioni dei gruppi di partito. «Non si tratta di andare a giocare una partita in trasferta - ha detto al Giornale Antonio Tajani, presidente degli eurodeputati di Forza Italia - ci sono dei rischi elevati. Peraltro non ci sarà mai pace se non si risolve la questione delle armi che attraversano il confine siriano».
Nel draft della risoluzione si legge infatti al punto 17 che bisogna «urgentemente» richiamare all’attenzione la questione dell’Iran e della Siria, in riferimento alla risoluzione 1559. Il Parlamento europeo si è sempre pronunciato sulla questione mediorientale e nell’ultimo anno ha approvato già due risoluzioni, una a gennaio e l’altra a marzo del 2005. Ma questa sarebbe la prima volta che la questione dell’Iran e della Siria entra nei file ufficiali del Medio Oriente di Bruxelles.
«Il nostro gruppo, il Ppe - ha detto Tajani -, presenterà anche un emendamento sulla questione del rispetto dei cristiani in Libano.

Come del resto ha ricordato il cardinale Bertone sulle pagine del Giornale». «È importante inoltre richiedere con esattezza le regole di ingaggio e le modalità della missione dei caschi blu in Libano» ha concluso il presidente di Forza Italia al Parlamento europeo.

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