
Ci sono dei movimenti sul fronte del Mediterraneo orientale che hanno fatto scattare un alert a Bruxelles e sui quali la Commissione europea ha deciso di accendere un faro. Un funzionario dell'Unione europea ha riferito al portale "Euractiv" che ci sono una serie di voli "insoliti" operati dalla compagnia bielorussa "Belavia" tra Minsk e Bengasi che suscitano una certa preoccupazione perché possono essere parte di un possibile coordinamento tra le autorità bielorusse e quelle della Libia orientale, controllata dal generale Khalifa Haftar, alleato di Mosca, allo scopo di contribuire a innescare una nuova ondata di immigrazione irregolare verso l'Europa meridionale.
"Le caratteristiche e la frequenza di questi voli sollevano interrogativi sulla potenziale facilitazione dei flussi migratori irregolari", ha dichiarato la fonte al portale. È numeri alla mano che si può avere un quadro chiaro di cosa intenda il funzionario europeo, perché oltre 27 mila migranti sono sbarcati in Italia dalla Libia, mentre più di 7 mila sono arrivati a Creta, in Grecia: si tratta di un dato 3 volte superiore a quello del 2024 e ora la preoccupazione dell'Unione europea è che possa esserci un piano di Mosca per replicare quanto avvenuto nel 2021, quando la Bielorussia facilitò l'arrivo di migranti mediorientali ai confini con Polonia e Stati baltici. Quella crisi migratoria venne considerata come una forma di "guerra ibrida" all'Unione europea attraverso il Paese satellite di Mosca, che è stato accusato di rilasciare visti e organizzare i trasferimenti.
Il fronte meridionale dell'Europa è ora quello più caldo. La Grecia ha più volte fato sentire la sua voce a Bruxelles, accusando le autorità dell'Unione europea di ignorare il ruolo della Turchia. Da Atene temono anche un riavvicinamento tra Ankara e Haftar, quindi alla Russia, oltre al rilancio del contestato accordo sui confini marittimi tra Turchia e Libia, che ignora la presenza dell'isola di Creta.
Un accordo che l'Unione europea non riconosce, come ha spiegato il funzionario a "Euractiv", precisando che la questione è stata sollevata dall'Alta rappresentante dell'Ue per la politica estera e di sicurezza Kaja Kallas durante la sua recente visita in Turchia. Non è una novità che i flussi dei migranti possano essere in qualche modo spinti da elementi esterni influenzanti. Ora sarà l'Europa a dover verificare i sospetti per determinare se possano essere fondati.