La beffa: l'Europa stanga le sigarette e tiene i soldi per sé

Almeno 15 miliardi che ogni anno vanno nei bilanci nazionali potrebbero finire "dirottati" a Bruxelles. Per ogni pacchetto previsto un aumento medio di un euro

La beffa: l'Europa stanga le sigarette e tiene i soldi per sé
00:00 00:00

Crescita stellare delle accise sulle bionde, nuove accise sulle sigarette elettroniche, sulle grandi aziende oltre i 50 milioni di fatturato netto e sui rifiuti elettronici, fondi europei per la fissione nucleare e una piattaforma pubblica per monitorare in tempo reale l'uso delle risorse europee. Sono alcune delle novità in discussione nel quadro della proposta sul nuovo Bilancio Ue 2028-2035, che approderà sul tavolo del Collegio dei commissari mercoledì 16 luglio.

Secondo quanto trapelato da Bruxelles, sarebbe in arrivo un aumento delle accise per togliere gettito fiscale agli Stati membri e rimpinguare i forzieri del pachiderma Ue. Il piano prevede infatti aumenti record (+139% per le sigarette, +258% per il tabacco trinciato, +1.090% per i sigari), con un impatto stimato sui prezzi al consumo superiore al 20%. A conti fatti, al consumatore un pacchetto potrebbe costare oltre un euro in più. Ma la vera novità sta nel fatto che le nuove imposte non andrebbero ai governi nazionali, bensì direttamente a Bruxelles. Parliamo di 15 miliardi di euro ogni anno che oggi alimentano i bilanci pubblici e domani potrebbero finire nelle mani della burocrazia comunitaria. A confermarlo è un rapporto del governo tedesco che cita espressamente la possibilità di «sviluppare nuove fonti di risorse proprie», escludendo i singoli Stati dalla riscossione. È una svolta epocale, in pieno stile tecnocratico.

L'Italia rientra chiaramente nel novero dei Paesi che potrebbero subire le maggiori ripercussioni e i rischi per il Vecchio Continente riguardano anche la legalità: la cronaca insegna infatti che gli aumenti eccessivi del prezzo del tabacco e le misure repressive alimentano solo il mercato nero. Diminuiscono così le entrate fiscali per gli Stati e cresce l'evasione.

«Il rischio è che si perda più gettito di quello che si incassa», ha ammesso un funzionario europeo citato da Euractiv. E infatti la sola ipotesi tassatoria ha già fatto scattare l'allarme in diversi Paesi.

A guidare la rivolta è la Svezia, dove la ministra delle Finanze Elisabeth Svantesson ha bollato la proposta come «completamente inaccettabile». E ha ribadito un concetto chiave: «Il gettito deve restare ai singoli Paesi, non finire nelle mani della burocrazia europea». Anche l'Italia, la Grecia, la Romania e la Bulgaria hanno già sollevato parecchie perplessità per un provvedimento di cui si fatica a comprendere la reale utilità. E intanto, mentre montano le richieste di chiarimenti inviate da più parti a Bruxelles, la Commissione Ue tergiversa. Nicchia.

Quanto alla tassazione delle grandi aziende, secondo il Financial Times, riguarderebbe tutte quelle attive in Europa indipendentemente dalla loro sede, e vedrebbe anche degli scaglioni per tassare maggiormente le imprese più grandi. Ogni modifica dovrà comunque ottenere l'unanimità dei 27 Stati membri. Oltre al fronte entrate, il nuovo bilancio introduce elementi innovativi sul lato della spesa.

Le bozze del Regolamento sul controllo delle performance prevedono un vero e proprio Single Gateway, un portale unico dove tutti potranno consultare in tempo reale le performance finanziarie dei programmi Ue. Previsto, inoltre, il finanziamento di programmi di fissione nucleare, ossia l'energia atomica tradizionale, finora poco citata a Bruxelles.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica