Qatargate

Buste paga e false indennità: così giravano i soldi del Qatargate

Spese di vario genere gonfiate o contraffatte: nuove accuse nei confronti dell’ormai ex vicepresidente Kaili e della greca Spyraki

Buste paga e false indennità: così giravano i soldi del Qatargate

Le prime confessioni sono arrivate, il Qatargate sta diventando sempre più un intrigo internazionale. Ma le indagini degli investigatori belgi non si fermano e spuntano nuove accuse e nuovi indagati. Buste paga e false indennità nel mirino degli inquirenti: l’ipotesi è di spese di vario genere – compensi a collaboratori/assistenti, forniture di servizi e così via – gonfiate o del tutto false.

L’ultimo fronte del Qatargate

Come evidenziato da Il Messaggero, sotto la lente dell’ufficio europeo anti-frode sono finite la già nota Eva Kaili e la democristiana Maria Spyraki. Entrambe per presunte irregolarità nella gestione della dotazione finanziaria che ogni eletto al Parlamento europeo ha a disposizione per l’esercizio del mandato. Il sospetto degli investigatori è che parte dei 750 mila euro sequestrati all’ormai ex vice presidente dell’Eurocamera sia frutto delle spese gonfiate. Mazzette da Qatar e Marocco, ma non solo: la presunta frode a danno del bilancio europeo attraverso le retribuzioni “contraffatte” degli assistenti accreditati.

Revoca dell’immunità in arrivo

La neonata Superprocura europea (Eppo) ha chiesto all’Eurocamera di revocare l’immunità parlamentare per procedere contro la Kaili e Maria Spyraki, rispettivamente elette con S&D e Ppe. "Sulla base di un rapporto investigativo ricevuto dall'Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) vi è il sospetto di una frode a danno del bilancio dell'Ue, in relazione alla gestione dell'indennità parlamentare e in particolare alla retribuzione degli assistenti parlamentari accreditati. In conformità con la legge nazionale applicabile, le signore Kaili e Spyraki hanno diritto alla presunzione di innocenza", la nota diffusa nel pomeriggio di giovedì. Procedura già avviata, fanno sapere fonti parlamentari.

Se la Kaili si trova dietro le sbarre ad Halen, la Spyraki ha subito tenuto a precisare:“La questione riguarda dei bonus di un mio ex collega che, per dei problemi personali, si è assentato dalle riunioni dell'Europarlamento. Non ho alcun legame con il Qatargate né con nessun altro caso”. Nessun timore per quanto concerne la revoca dell’immunità: “Così potrò chiarire di non aver sottratto neppure un euro al budget del Parlamento”. In attesa che venga fatta chiarezza, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha deciso di sospendere la Spyraki dal partito Nea Dimokratia.

Fonti fanno sapere che la 57enne, finché durerà la sospensione, non sarà candidata alle elezioni legislative previste nella prossima primavera.

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