"Siamo in questa Aula solenne per fare memoria dei caduti, delle vittime della guerra e della violenza. Caduti negli abissi della storia, nelle insidie tese da altri uomini". Il presidente della repubblica Sergio Mattarella, parlando al Bundestag tedesco in occasione della Giornata nazionale del Lutto, ha ricordato che "la vita delle persone, dei popoli, delle nazioni, è colma di inciampi e di tragedie" e che "talvolta per scelte individuali, più spesso per deliberato operare di altri".
"Ci uniamo, in una giornata di memoria e di lutto, perché ricordare la nostra storia comune è esercizio indispensabile nella nostra inesauribile aspirazione alla pace", ha detto Mattarella dopo aver ricordato che " Legge Fondamentale tedesca e Costituzione italiana ripudiano, facendo propria la grande lezione derivante dal tragico secondo conflitto mondiale". Mattarella si è poi chiesto: "Quanti morti occorreranno ancora, prima che si cessi di guardare alla guerra come strumento per risolvere le controversie tra gli Stati, che ne faccia uso per l'arbitrio di voler dominare altri popoli?" E ha subito risposto: "Nie wieder". "Mai più", ossia l'espressione "adottata nella comunità internazionale per condannare l'olocausto ebraico". Il capo dello Stato ha poi aggiunto: "A 'Nie wieder' si contrappone 'wieder': 'di nuovo'. A questo assistiamo. Di nuovo guerra. Di nuovo razzismo. Di nuovo grandi disuguaglianze. Di nuovo violenza. Di nuovo aggressione".
Secondo Mattarella, la pace "non è un traguardo definitivo, bensì il frutto di uno sforzo incessante, fondato sul raggiungimento di valori condivisi e sul riconoscimento dell'inviolabilità della dignità umana di ogni persona, ovunque". Per Mattarella, "le Nazioni Unite, la Corte Penale Internazionale, le missioni di pace, le agenzie umanitarie" concorrono alla "costruzione di una coscienza globale" e il multilateralismo "non è burocrazia", ma "la voce che richiama al valore della vita di ogni singola persona, contrapposta all'arroganza di chi vorrebbe far prevalere la logica di una spregiudicata ragion di Stato". Il multilateralismo è, dunque, "l'arma di difesa che gli abitanti del pianeta possono opporre alla logica della sopraffazione di chi si ritiene - perché temporaneamente in posizione di vantaggio - legittimato a depredare gli altri".
Mattarella lancia l'allerta: "Nuovi 'dottor Stranamorè si affacciano all'orizzonte, con la pretesa che si debba 'amare la bombà" e ricorda: "Il Trattato che mette al bando gli esperimenti nucleari (1997) non ha visto ancora la ratifica da parte di Cina, India, Pakistan, Corea del Nord, Israele, Iran, Egitto, Stati Uniti, mentre la Russia ha ritirato, nel 2023 la sua". E ancora: "Il rispetto, sin qui, delle prescrizioni che contiene, non attenua la minaccia incombente.Porta soltanto a sofferenze e a divisioni rottamare i trattati, le istituzioni edificate per porre riparo a violenze che nelle nostre società nazionali consideriamo reati e censuriamo severamente, mentre taluno pretende siano legittime nei rapporti internazionali, Va ribadito con risolutezza: la sovranità di un popolo - sottolinea Mattarella - non si esprime nel diritto di portare guerra al vicino. La volontà di avere successo di una nazione non si traduce nel produrre ingiustizia. La guerra di aggressione è un crimine". Il Capo dello Stato ammonisce: "Con l'era atomica, un solo gesto può cancellare una città e l'innocenza stessa del mondo". Mattarella non ha dubbi: dal '900 a oggi "il volto della guerra non si riflette soltanto in quello del combattente, ma diviene quello del bambino, della madre, dell'anziano senza difesa" ed è proprio ciò che "accade, oggi, a Kiev, a Gaza". E proprio le guerre più recenti, non solo quella ucraina o del Medio-Oriennte ma anche quelle nei Balcani e in Africa, mettono in evidenza che i conflitti oggi colpiscono secondo i dati delle Nazioni Unite perlopiù i civili e "questo - dice Mattarella - non può rimanere ignorato e impunito" e "nessuna "circostanza eccezionale" può "giustificare l'ingiustificabile".
Il Capo dello Stato ricorda che "secondo il rapporto reso noto ad aprile dall'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati, questi erano 122 milioni, in aumento di anno in anno" e "tocca alla Repubblica Federale Tedesca, tocca alla Repubblica Italiana - come a tutti nella comunità internazionale - opporre la forza del diritto al preteso diritto della forza". Mattarella invita a non lasciar morire "il sogno europeo" e i leader europei a dimostrare "il sogno europeo" da questo punto di vista.