La parola "pace" è uscita dall'agenda

Francamente io stesso sono molto stupito per le dichiarazioni fatte da Stoltenberg

La parola "pace" è uscita dall'agenda
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Caro Feltri,
cosa pensa delle ultime dichiarazioni del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg? Io credo che chi riveste ruoli apicali all'interno di questi organismi internazionali che pure dovrebbero mirare alla pace e non alla guerra stia agendo in maniera folle. A volte ho la sensazione che chi è ai vertici stia cercando in tutti i modi lo scontro totale con la Russia. E mi domando perché. Non mi sembra cosa molto intelligente e lungimirante. Come lei stesso ha scritto più volte, da un conflitto generale usciremmo tutti sconfitti e morti.
Dall'alto della sua saggezza si faccia sentire con forza. È una delle poche voci lucide che rifiuta di appiattirsi sull'idea preconfezionata che dobbiamo intervenire militarmente e direttamente nella guerra in Ucraina.
Emanuele Gattuso

Caro Emanuele,
francamente io stesso sono molto stupito per le dichiarazioni fatte da Stoltenberg, il quale pare avere dimenticato, o non avere mai appreso, le finalità e gli obiettivi della Nato. Essa è nata, all'indomani del secondo conflitto mondiale, allo scopo di istituire un'alleanza militare tra le parti a carattere difensivo, ripeto, difensivo, non aggressivo. Fine è la salvaguardia della sicurezza dei Paesi membri. Invece mi pare che la stiamo mettendo in pericolo. Dubito che lo stolto Stoltenberg ignori quello che Putin ripete da due anni e che ha seguitato a specificare con maggiore forza quando Macron ha avanzato la proposta di inviare soldati della Nato, ossia degli Stati membri, Italia inclusa, a combattere e a macellarsi sul suolo ucraino contro la Russia. Il presidente russo ha affermato che qualsiasi intervento militare della Nato in Russia sarebbe interpretato da questa alla stregua di una vera e propria aggressione e ciò comporterebbe una reazione violentissima. Si è fatto riferimento anche e soprattutto all'uso delle armi nucleari. In uno scenario di questo tipo, la Nato, in ossequio ai suoi doveri, dovrebbe agire per la pace, salvaguardare la sicurezza degli Stati che vi partecipano per l'appunto, e non dovrebbe - cosa che invece sta compiendo sistematicamente - gettare benzina sul fuoco. Di fatto il segretario generale ha dato il via libera ad una aggressione della Nato nei confronti della Russia. Il che è assolutamente ingiustificato, oltre che ingiustificabile. Non che l'aggressione non sia ammessa dallo statuto, ma essa è prevista soltanto in funzione difensiva, ovvero in caso di attacco nei confronti di uno Stato membro della Nato stessa. Faccio presente che l'Ucraina non lo è. E noi, nel rispetto dei principi del diritto internazionale, la stiamo aiutando mediante l'invio di armi in quanto Stato aggredito. Questo nostro sforzo, tuttavia, che ora si protrae per di più da troppo tempo, non deve condurci alla partecipazione attiva alla guerra né mettere a rischio la nostra sicurezza nonché la vita e il benessere di miliardi di cittadini degli Stati che aderiscono alla Nato.

Stiamo facendo qualcosa per la pace? La risposta è no. Stiamo facendo qualcosa per alimentare la conflittualità in Europa? Sì. Stiamo facendo tantissimo.

Stoltonberg specifica che non possiamo negare all'Ucraina il diritto di difendersi. Ma chi glielo nega? Eppure riconoscere il sacro diritto dell'Ucraina di tutelarsi non sottintende la nostra disponibilità a farci lietamente massacrare, a gettarci in un terzo conflitto globale, stavolta combattuto con armamenti altamente distruttivi e tecnologicamente avanzatissimi.

Non solo non dovremmo incoraggiare e sdoganare l'uso delle armi che l'Occidente fornisce all'Ucraina per colpire obiettivi militari o civili sul suolo russo, ma dovremmo informare Zelensky che, qualora l'Ucraina le adoperasse in tale maniera vietata, le conseguenze da parte nostra sarebbero immediate e consistenti nella sospensione, se non nella interruzione, della fornitura medesima.

Noi non siamo in guerra con la Russia. E soprattutto non vogliamo una guerra, che non converrebbe a nessuno, contro la Russia.

È inaccettabile che, professando la pace, la legittima difesa, la

solidarietà e valori simili, i grandi (piccoli) del mondo ci stiano menando placidamente verso il precipizio.

E insisto: anziché provocare senza posa Putin, tentiamo un dialogo. La parola pace è uscita dall'agenda globale.

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