Lo spot della Salis: "Patrimoniale in Italia, in Europa, ovunque"

L'europarlamentare è salita sul carro di chi ora, ringalluzzito per la vittoria di Zohran Mamdani a New York, chiede di imporre la patrimoniale

Lo spot della Salis: "Patrimoniale in Italia, in Europa, ovunque"
00:00 00:00

La sinistra ogni tanto ci riprova a imporre la tassa patrimoniale ma lo fa sempre quando al governo ci sono gli altri. Per lunghi anni i partiti che ora sono all'opposizione sono stati al governo e mai hanno concluso la sua introduzione, anche perché ogni volta che l'hanno paventata sono stati sommersi dalle critiche e si sono registrate flessioni e consensi. La patrimoniale non è una battaglia della destra e non lo è mai stata, quindi pretendere che oggi il governo se ne intesti la paternità, come stanno chiedendo opposizioni e Cgil, è fuori da ogni ragionevole logica. Nonostante questo, la sinistra insiste e oggi si è unita al coro anche Ilaria Salis, che non poteva certo perdere quest'occasione per ribadire la sua volontà di un'Italia, e un'Europa, che guarda a un moderno sovietismo.

"Totalmente d’accordo con l’introduzione di una patrimoniale: in Italia, in Europa, ovunque. E anche la maggioranza dei cittadini è già favorevole, come affermano i sondaggi", ha dichiarato Salis in una nota social. Nonostante non riescano a spuntarla in Italia, nemmeno alle elezioni regionali, i partiti dell'opposizione ora si sono rinvigoriti per la vittoria del candidato dei Democratic Socialists of America a New York, che è come esultare quando a Bologna viene eletto un sindaco del Partito democratico. "D’altronde - mi chiedo - come si fa a non essere d’accordo nel tassare milionari e ultramilionari (1% più ricco della popolazione) in un contesto segnato da diseguaglianze economiche estreme?", è la domanda retorica di Salis. Così com'era nel Novecento, ancora oggi la sinistra considera un "peccato" o forse un "reato" essere ricchi e avere un patrimonio superiore alla media, specialmente se questo è il frutto del lavoro di una vita dei nonni o dei padri. I "colpevoli di ricchezza" vogliono che vengano puniti, togliendogli ciò che secondo loro non meritano di avere, anche se è frutto del lavoro e, soprattutto, se è già tassato.

"I governi attuali, però, una patrimoniale non la faranno mai da soli. Siamo noi a dover imporre il tema, sempre più, nell’agenda politica. Ci dicono sempre che i soldi per finanziare spesa pubblica, welfare, sanità, istruzione, servizi non ci sono. È una balla colossale.

La verità è che ci vuole solo il coraggio di andarli a prendere", dice ancora Salis, prima di chiudere con l'emblema del comunismo d'altri tempi: "Tax the rich". Tassare i ricchi, dice Salis, che però ha uno stipendio mensile che, da solo, vale come quello annuale di un operaio. Chissà se varrà anche per lei.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica