Francesco Giorgi resta in carcere. Uno dei quattro arrestati dalla polizia belga, che da alcuni giorni ha deciso di collaborare con i magistrati nell'ambito del Qatargate, non verrà rilasciato. A confermarlo è stato il suo avvocato. Il compagno di Eva Kaili, ex vicepresidente del parlamento europeo, destituita dal suo incarico proprio a seguito dell'arresto in flagranza di reato, non ha ottenuto la scarcerazione a seguito dell'udienza di questa mattina. Con lui in carcere ci sono, oltre alla Kaili, anche Niccolò Figà-Talamanca e Antonio Panzeri.
Nel frattempo prosegue il lavoro degli inquirenti belgi, anche perché sul tavolo della procura generale c'è l'ipotesi che alcuni eurodeputati possano trovarsi a libro paga del Qatar. Una delle piste che le forze dell'ordine stanno seguendo nella loro indagine si basa proprio sui flussi di denaro nei conti e sulle banconote in possesso degli arrestati. Quella di "seguire i soldi" è una pratica nota e collaudata nelle inchieste di questo tipo che si basano su presunti riciclaggi e corruzioni. In queste ore, infatti, gli investigatori belgi sono impegnati nella difficile operazione di riordino dei soldi trovati ai principali personaggi del Qatargate.
È stata affidata al dipartimento Affari internazionali della procura di Milano, guidato dall'aggiunto Fabio De Pasquale, l'incarico di accertare i conti correnti che l'ex europarlamentare e la sua famiglia hanno in Italia. Una fonte citata dall'agenzia Adnkronos rivela che le indagini, svolte anche su Francesco Giorgi e Luca Visentini, avrebbero individuato la presenza di sette conti bancar in altrettante banche, che pare siano riconducibili a Panzeri, Visentini e Giorgi. A Francesco Giorgi sono stati sequestrati 20mila euro rinvenuti in una cassetta di sicurezza in un istituto di credito, le cui chiavi erano nella sua abitazione ad Abbiategrasso, perquisita insieme a un ufficio milanese. Su Panzeri o sulla sua famiglia, da quanto trapela, non si registrato segnalazioni di operazioni sospette da parte degli istituti di credito.
Umberto Saccone, ex funzionario del Sismi ed esperto del mondo dell'Intelligence e della Security, intervistato dall'Adnkronos, ha spiegato: "La questione non mi meraviglia: il problema sono le lobby che sono permesse ma se non sono controllate muovono e generano interessi particolari e vengono gestite da terzi per raggiungere obiettivi particolari".
Secondo Saccone, ad avere interessi ad interferire sull'Unione europea non è solamente il Qatar: "Non mi meraviglia che tanti altri Stati stiano operando a Bruxelles per penetrare la Commissione europea, per avere informazioni, per orientare le scelte politiche della Commissione e per fare questo siano disposti anche a pagare tanti soldi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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