Ultima follia Ue: una tassa ambientale che affonda i porti italiani

La tassa sulle emissioni estesa anche ai porti mediterranei porterebbe una perdita di competitività nei confronti di quelli nordafricani

Ultima follia Ue: una tassa ambientale che affonda i porti italiani
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Il Consiglio dell'Unione europea ha dato il via libera alla riforma della direttiva sulla sicurezza stradale, "per garantire una circolazione più sicura in tutta l'Europa". Presente anche Matteo Salvini durante il Consiglio dei Trasporti di Bruxelles, dal quale ha inviato un videomessaggio: "Sono qui, oggi, da ministro, per evitare una nuova tassa europea, questa volta sui porti italiani". Il vicepremier si riferisce all'allargamento dell'Ets, il sistema europeo di scambio delle emissioni inquinanti, al settore marittimo. La conseguenza dell'entrata in vigore della norma, non prevista né dai legislatori né dalle associazioni di categoria, è che i porti mediterranei attivi nel trasferimento di container, come quello italiano Gioia Tauro, avrebbero una perdita secca di competitività rispetto a scali come Tangeri e Port Said. Che si traduce in una perdita significativa di introiti e in un danno enorme per l'economia.

Quello dell'Ets è un tema "su cui c'è forte attenzione di tutta la filiera dei porti e del marittimo", ha spiegato il MIT, perché "dalle simulazioni effettuate è già oggi chiarissimo che potranno prodursi effetti distorsivi dei livelli di concorrenza tra i grandi operatori della logistica internazionale". Sono stati previsti dei correttivi di mitigazione ma questi, si spiega, appaiono oggi altamente "Insufficienti". Andrea Agostinelli, presidente dell'Autorità Portuale di Gioia Tauro, di recente ha sottolineato che il rimedio riguarda solo le navi che si dirigono verso un porto Ue, ma lascia insoluto il problema del traffico navale che passa per il Mediterraneo e che non è diretto verso porti Ue.

Infatti, se una nave che parte da Oriente e deve andare verso un porto Occidentale, facendo prima scalo nel Mediterraneo per un carico/scarico di merci, troverà più conveniente attraccare in un porto africano piuttosto che europeo, qualunque esso sia. "La transizione energetica e digitale avrà successo soltanto nel lungo periodo.

Provare a bruciare le tappe, imporre obiettivi e scadenze ambiziose ma poco realistiche e misure che non tengono conto del contesto globale in cui ci muoviamo, rischiano di avere un impatto contrario agli stessi obiettivi che ci siamo prefissati", è il monito di Matteo Salvini. A lui si sono accodati altri Paesi dell'area mediterranea come Portogallo, Grecia, Malta, Cipro a cui si sono aggiunti altri durante il dibattito.

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