Imballaggi, dalla panna da caffè al cestino del camembert. I prodotti che non vedremo più

Il fronte degli oppositori e degli scettici resta comunque forte ed è pronto a dar battaglia affinché il Ppwr venga modificato

Imballaggi, dalla panna da caffè al cestino del camembert. I prodotti che non vedremo più
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Con l'approvazione del Packaging and Packaging Waste Regulation (Ppwr), in cui vengono definite le nuove norme sugi imballaggi a livello comunitario, l'Unione Europea si prepara a silurare una serie di prodotti che non potranno più rientrare nei parametri fissati: dalle confezioni monouso in plastica per la panna da caffè al cestino di legno con cui viene distribuito il formaggio camembert, la lista degli involucri fuori legge appare decisamente lunga.

Tale regolemento arriva direttamente dalla Direzione generale dell'Ambiente, e si prefigge l'obiettivo di superare le divergenze normative in materia di imballaggi che contraddistinguono le varie nazioni europee, creando un unico filone di norme a cui tutti dovranno adeguarsi. Ciò non significa che nella Ue non ci sia un ampio fronte dei contrari a tali regole, Italia in primis: gli oppositori hanno chiesto che la questione passi ora al Consiglio Ue e al Trilogo nel gennaio 2024. La risoluzione legislativa, che consente al Parlamento di negoziare coi governi dell'Unione europea, è stata adottata con 426 voti favorevoli, 125 contrari e 74 astensioni.

Il Ppwr prevede che vengano vietati una serie di oggetti considerati come non adatti all'utilizzo sulla base di un rapporto utilità/inquinamento, riducendo drasticamente i rifiuti da imballaggio, stimati a 84 milioni di tonnellate nel 2022, con una media di 188,7 chili per cittadino europeo. Addio, quindi, ai sacchetti di plastica ultra-leggeri, a parte quelli che servono per combattere lo speco alimentare o per garantire l'igiene della merce trasportata.

Nel mirino, in particolar modo, le confezioni di plastica monouso, come quelle usate per frutta e verdura, i sacchetti di plastica o ancora le confezioni monouso di shampo, bagnoschiuma e creme messi a disposizione dagli hotel. Spariranno anche le confezioni monouso per conserve, condimenti, salse, panna da caffè e zucchero anche nel settore alberghiero (inclusi ristorazione e catering inclusi), così come bustine, vaschette, vassoi e scatole.

Le bevande sfuse andranno consumate nel luogo in cui vengono acquistate, oppure vendute in bicchieri riutilizzabili. Dal 2025, inoltre, il cliente dovrà avere la possibilità di riempire un proprio contenitore con la bevanda da lui comprata. Entro il il 2030, se il Ppwr dovesse diventare legge, il 20% delle bevande non alcoliche dovrà essere venduto in confezioni riutilizzabili, e entro il 2040 il 35%, mentre per quelle alcoliche l'obiettivo è il 10% per il 2030 e il 25% per il 2040.

La vendita dello sfuso torna quindi prepotentemente in auge, e sono destinate a sparire anche le confezioni contenenti prodotti ortofrutticoli che non superano 1,5 kg di merce: addio, quindi, a vassoi, contenitori, reti e sacchetti.

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