Europa

"A rischio 4mila imprese e 50mila lavoratori". È allarme per la norma Ue sugli imballaggi

Alla vigilia del trilogo, Silvia Sardone rilancia la preoccupazione per la volontà dell'Ue di superare il riciclo, in cui l'Italia è una capofila, in favore del riuso

"A rischio 4mila imprese e 50mila addetti". È allarme per la norma Ue sugli imballaggi

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"A rischio 4mila imprese e 50mila addetti". È allarme per la norma Ue sugli imballaggi

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Continuano le "eco-follie" europee sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio. Il 4 marzo è prevista la riunione definitiva del trilogo e le modifiche al testo del Regolamento adottate lo scorso dicembre dal Consiglio Ue tornano a far discutere per l'impatto che potrebbero avere nella filiera economica. "Condividiamo le preoccupazioni della filiera agroalimentare sull’evoluzione del file sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio. La Commissione europea ha annunciato che presenterà al trilogo uno studio d’impatto sull’applicazione del nuovo pacchetto che punta a superare il riciclo in cui l’Italia è molto forte, a vantaggio del riuso", ha dichiarato Silvia Sardone, europarlamentare della Lega e coordinatrice Id in commissione Ambiente e relatrice ombra del provvedimento.

Una preoccupazione che parte da Confindustria, che ha raccolto i dubbi e le incertezze di tutta la filiera. Il vice presidente di Confindustria, Maurizio Marchesini, in un’intervista a Il Sole 24 Ore ha spiegato che "sta passando il messaggio che gli imprenditori non vogliano la transizione ecologica: non è affatto così". Quel che viene contestato, ha spiegato, "è l’impostazione ideologica della Ue, che danneggia il sistema produttivo. Condividiamo gli obiettivi ambientali, ma raggiungiamoli insieme al mondo imprenditoriale, non contro".

Purtroppo, però, spiega Sardone, "il nuovo documento uscito dal Consiglio Ue è una proposta peggiorativa e antiscientifica, usata come clava con la scusa della transizione verde". I punti critici della nuova proposta sono diversi e, prosegue l’esponente leghista, "le norme volute dall’Ue non aiuteranno affatto l’ambiente poiché le nuove modalità su packaging e riuso portano un netto aumento di emissioni di CO2, del consumo dell’acqua e l’accorciamento della vita a scaffale dei prodotti alimentari con un aumento ovvio degli sprechi". La priorità, adesso, è quella di tutelare il testo di compromesso sviluppato dal Parlamento "con una sospensione dei triloghi per dare il tempo di valutare adeguatamente lo studio di impatto, rimandando il dossier a dopo le elezioni".

Le valutazioni preliminari sulla nuova norma hanno stimato che è a rischio "la sopravvivenza di 4mila imprese fra quelle che operano nella filiera italiana degli imballaggi e quelle che li utilizzano e che occupano complessivamente 50mila addetti senza contare miliardi di investimenti per adeguarsi alle nuove regole".

Secondo Marchesini, la politica del riuso al posto del riciclaggio proposta da Bruxelles "ci farebbe tornare indietro di 50 anni nel nostro stile di vita".

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